Una affermazione della numerologia avanzata da alcuni praticanti conclude che, dopo osservazioni empiriche e investigazioni, attraverso lo studio dei numeri l'uomo potrà scoprire aspetti segreti di sé stesso e dell'universo.

lunedì 31 marzo 2014

San Beniamino


Buon lunedì a tutti, questo nuovo orario ci lascia tutti con la testa ancora sul cuscino, in attesa dello spunto giusto per svegliarsi, il calore che poi filtra dalle finestre non aiuta, le nostre membra sembra rifiutino di collaborare, almeno a me capita.
Dunque prima di lasciarvi alla lettura, vi ricordo la trasmissione su telemax, al solito orario: dalle 23:30 a 00:00.

Santa Balbina. un'altra delle delicate fanciulle nella storia della santità femminile, festeggiata oggi, abbiamo accennato ieri, parlando di suo padre Quirino, il Tribuno giustiziato sotto Adriano Imperatore, per aver mancato alla sua consegna di soldato e per aver preferito la conversione cristiana.

Con il padre, fu decapitata anche la fanciulla, trepida fidanzata di Gesù, e sul suo corpo sorse poi, nel quinto secolo, la chiesetta a lei dedicata e che ancora si può vedere, a Roma, vicino ai grandi ruderi delle Terme di Caracalla, presso ai pini della Passeggiata Archeologica.

Oggi è anche la sua festa, ma noi parleremo di un altro Santo del giorno: San Beniamino, unico di questo nome, vissuto in Persia verso il 400. Anche il Re persiano Isdeberge, adoratore del fuoco e del sole, perseguitava i Cristiani, e il diacono Beniamino fu da lui tenuto in carcere per due anni. Doveva essere un personaggio importante, anzi addirittura popolare, perché l'ambasciatore dell'Imperatore romano TPodosio, che negoziava un trattato di pace con il Re persiano, pose tra te condizioni anche quella di liberare l'illustre prigioniero.

Il Re Isdeberge, a sua volta, fece una controproposta: avrebbe liberato il diacono Beniamino se questi si fosse impegnato a cessare del tutto la sua opera di apostolato tra i persiani; e in questo senso parlò al prigioniero.

Vale la pena di riportare la risposta dell'intrepido cristiano, come ci è pervenuta dai Martirologi: « Non posso chiudere agli uomini le fonti della Grazia del mio Dio, — disse Beniamino. — Finché sarà in mio potere, illuminerò coloro che sono ciechi, mostrando loro la luce della verità. Non farlo, sarebbe incorrere nei castighi riserbati a coloro che nascondono i talenti del loro padrone ».

Si riferiva alla parabola evangelica del padrone che dà ai suoi servi i talenti d'oro, e al suo ritorno punisce quei servi che, oziosi e timorosi, li hanno nascosti, per paura di perderli, invece di metterli a frutto e di commerciarli fra gli uomini.

E in queste parole precise e decise, egli tracciava la linea di condotta di ogni cristiano, che non è solo depositario e custode dell'oro della verità, ma deve metterlo a frutto, donarlo al prossimo, insegnando e illuminando.

Fu liberato, malgrado queste sue ferme parole, per la pressione dell'ambasciatore romano; ma il fervente apostolo non perse tempo nei timori, e, come aveva dichiarato, riprese subito a istruire e a battezzare gli adoratori del fuoco.

Il Re persiano, libero dalla parola data, poté così di nuovo catturarlo, e gl'impose di rinnegare la fede, sacrificando al simulacro del sole.

I Romani, come si sa, giustiziavano i condannati, secondo l'uso militare, decapitandoli con la spada. Era, per quei tempi, una forma di esecuzione abbastanza civile, e non priva di guerresca nobiltà. I persiani, invece, come molti altri popoli orientali, escogitavano di volta in volta atroci supplizi con i quali finivano i loro prigionieri.

E di raffinata atrocità fu anche il supplizio riserbato a San Beniamino, che ebbe il corpo trapassato da spilloni. Il Santo lo accettò e lo preferì coraggiosamente ai castighi riserbati a coloro che nascondono i talenti della verità.


font.santodelgiorno.it

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Auguro a tutti una felice e calda settimana.
 

venerdì 28 marzo 2014

San Sisto III Papa


Marzo pazzerello esce il sole con l'ombrello, tra temperature in picchiata e pioggia che sembra neve, c'è da aspettarsi praticamente di tutto, speriamo che presto arrivi davvero la primavera, sono stufa dei cappotti.
Vi ricordo sempre che i talismani gratuiti è possibile riceverli, tramite lettera, inviatemi il vostro probema, con i vostri dati e un francobollo nella busta, e sarò ben lieta di donare a ciascuno il suo portafortuna, mi raccomando per qualsiasi cosa non dimenticate di inserire nome, cognome, data di nascita di chi deve ricevere il talismano, è importante poichè i talismani sono personalizzati da custodire gelosamente, lontano da occhi indiscreti.
Buona lettura


 Prima della sua elezione, Sisto era un personaggio di spicco del clero romano e già teneva una certa corrispondenza con Sant'Agostino. Il suo regno fu caratterizzato dalle controversie nestoriane e pelagiane; probabilmente fu a causa del suo carattere conciliante che fu falsamente accusato di propendere verso queste eresie. Come papa approvò gli Atti del Concilio di Efeso, in cui il dibattito sulla natura umana e divina di Gesù si trasformò in una discussione sul tema se Maria potesse essere chiamata "Madre di Gesù" in quanto uomo, o "Madre di Cristo" in quanto uomo e Dio. Il concilio attribuì, infine, a Maria il titolo greco di Theotokos ("portatrice di Dio"). Una delle sue principali preoccupazioni fu anche quella di riportare la pace tra Cirillo di Alessandria e Nestorio patriarca di Costantinopoli.

Nella controversia Pelagiana, inoltre, frustrò il tentativo di Giuliano di Eclano di essere riammesso in comunione con la Chiesa cattolica. Difese anche i diritti del papa sull'Illiria sia contro i vescovi locali che contro gli ambiziosi disegni di Proclo Patriarca di Costantinopoli. Confermò, infine, la posizione dell'arcivescovo di Salonicco come capo della Chiesa illirica.

Il nome di Sisto viene spesso collegato ad una forte espansione dell'edilizia religiosa a Roma – Santa Sabina sul Colle Aventino venne inaugurata durante il suo pontificato. Sisto fece restaurare anche la Basilica di Santa Maria Maggiore (già Basilica Liberiana), rimasta tuttora danneggiata dall'epoca dei tumulti in occasione dell'elezione di papa Damaso (366), la cui dedica a Maria, ribadita dall'iscrizione "Virgo Maria, tibi Xystus nova tecta dictavi", sottolinea il dogma decretato dal concilio di Efeso; fece poi restaurare la Basilica di San Lorenzo fuori le mura. Inoltre arricchì la basilica di San Pietro e quella Laterana con preziosi regali ottenuti dall'Imperatore Valentiniano III benché tanta ricchezza venisse stigmatizzata da San Girolamo, che non vi riconosceva più i segni di un autentico spirito cristiano.

Fu autore di otto epistole, ma non compose mai le opere De divitiis, De malis doctoribus e De castitate a lui attribuite. Inoltre, è una falsificazione l'opera che tramanda come il console Basso lo accusasse di vari crimini.

Chiesa di San Lorenzo Fuori le Mura, luogo di seppellimento di Sisto III.

Morì il 19 agosto del 440 e fu sepolto nella Basilica di San Lorenzo fuori le mura.

fonte:wikipedia.org


 Vi ricordo i numeri da contattare 

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Vi auguro un sereno weekend 
un  abbraccio da Aries

giovedì 27 marzo 2014

San Ruperto Vescovo



Approfitto per ringraziare tutti coloro che mi seguono, siete sempre tantissimi, e vi ricordo l'appuntamento del Giovedì, su Telemax alle ore 23:30, buona lettura.



 Salisburgo, la bella città austriaca la cui fama è collegata con quella del suo figlio più illustre, Wolfgang Amadeus Mozart, trae il suo nome dalle vicine ricche miniere di salgemma: esso significa infatti "città del sale". Anche il suo primo vescovo e principale patrono, S. Ruperto, viene rappresentato con una saliera in mano (o con un barile, ricolmo appunto di sale e non di vino, come pensa qualche studioso non ben informato). Egli è l'unico santo locale festeggiato, oltre che nelle zone di lingua tedesca, anche nell'Irlanda: in realtà, fu anch'egli un tipico rappresentante dei " monaci irlandesi" itineranti.
S. Ruperto discendeva dai Robertini o Rupertini, un'importante famiglia che dominava col titolo di conte nella regione del medio e alto Reno. Da questa famiglia nacque anche un altro S. Ruperto (o Roberto), di Bingen, la cui vita venne scritta da S. Ildegarda. I Robertini erano imparentati con i Carolingi e centro della loro attività era Worms. Qui S. Ruperto ricevette la sua formazione di stampo monastico irlandese. Verso il 700, come i suoi maestri, si sentì spinto alla predicazione e alla testimonianza monastica itinerante e si recò perciò in Baviera, ottenendo buoni risultati a Regensburg e Lorch. Appoggiato dal conte Theodo di Baviera, sul lago Waller, 10 km a nord-est di Salisburgo, là dove ora è Seekirchen, fondò una chiesa, dedicata a S. Pietro. Ma il luogo non appariva adatto ai progetti di S. Ruperto che chiese al conte un altro territorio sul fiume Salzach, nei pressi dell'antica e cadente città romana di Juvavum.
Il monastero che vi costruì, dedicandolo a S. Pietro, è il più antico di tutta l'Austria e insieme il nucleo della nuova Salisburgo. Il suo sviluppo fu opera anche di dodici collaboratori che Ruperto fece venire dalla sua terra d'origine: tra essi Cunialdo e Gislero, onorati come santi. Non lontano dal monastero di S. Pietro, sorse pure un monastero femminile, affidato alla direzione dell'abbadessa Erentrude, nipote di Ruperto.
Fu questo manipolo di coraggiosi che fece sorgere la nuova Salisburgo, che a giusto titolo riconosce in Ruperto il proprio ri-fondatore: "La sua figura mostra come una personalità piena di forza e di sensibilità, affondando le radici nelle profondità dello spirito cristiano, è in grado di impedire con intelligenza e senza limiti geografici qualsiasi decadimento sia interiore che esterno " (J. Henning). S. Ruperto morì il giorno di Pasqua, e cioè il 27 marzo del 718. Le sue reliquie vengono conservate nella magnifica cattedrale di Salisburgo edificata nel sec. XVII.

Autore:
Piero Bargellini

fonte:santiebeati.it 

mercoledì 26 marzo 2014

Sant' Emanuele


Oggi piove e fa freddo qui ci sono 9° più o meno, sembrava una primavera iniziata al meglio, ma al solito Marzo fa il pazzo, speriamo riesca subito il sole.



Molti, conoscendo la diffusione del nome di Emanuele, si meraviglieranno nel sapere che di Santi con questo nome ce n'è uno solo, e neanche ben noto, anzi oscuro, di epoca incerta. E nemmeno ricordato da solo, nei martirologi, ma in un gruppo di quaranta Martiri, e rammentato terzo dopo Quadrato e Teodosio.
In realtà, la fama e anche la bellezza del nome di Emanuele non è legata ad un Santo, ma allo stesso Salvatore. Leggiamo infatti il Vangelo di Matteo, che dice, parlando della nascita del Bambino di Betlemme: « Tutto ciò avvenne affinché s'adempisse quanto aveva detto il Signore a mezzo del Profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio, che sarà detto
Emanuele ».
Il Profeta, a cui si richiama San Matteo, è il Profeta Isaia, il quale con queste parole luminose annunzia la venuta dei tempi nuovi e di colui che saprà « rigettare il male e scegliere il bene».
Ma che cosa vuol dire Emanuele? Lo ha chiarito lo stesso San Matteo: vuol dire « Dio è con noi ». E perciò l'attributo tipico, completo e consolante del Messia, cioè del vero inviato da Dio per la salvezza del suo popolo.
Veramente, in ebraico tale termine suona Immanuel. I Settanta, nella loro versione della Bibbia, l'hanno trasformato in parola greca, modificandone leggermente il suono, traducendo cioè Emmanuel. E come Emanuele è diventato per i cristiani nome proprio, come altri attributi di Gesù.
«Emmanuele » è infatti il titolo glorioso di Gesù soprattutto nella sua Resurrezione, nell'avvenimento che suggella e prova come « Dio sia con
lui », e anche « con noi », con il popolo cioè dei redenti da quella Redenzione e dei credenti in quella Resurrezione.
Perciò, più o meno consapevolmente, i genitori che impongono ad un figlio il nome di Emanuele, o ad una figlia quello di Emanuela, più che richiamarsi alla devozione di un Santo particolare, onorano Gesù con uno dei suoi più belli attributi, come accade anche per i nomi di Salvatore e di Crocifisso.
Nonostante ciò, esiste anche un Sant'Emanuele, che la Chiesa festeggia oggi insieme con Quadrato e Teodosio, in un gruppo di quaranta Martiri d'epoca incerta.
La loro storia è presto detta. Pare che fossero originari dell'Oriente, e in tempi di persecuzione, il primo di essi, Quadrato, che era Vescovo, venne allontanato dalla sua diocesi e diffidato di proseguire la sua opera. Egli seguitò però a predicare, a battezzare, ad assistere i fedeli, fino a che non venne catturato e condannato a morte.
Dietro il suo esempio, altri 39 cristiani, uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri, si presentarono al governatore della provincia dichiarando la loro fede. Furono tormentati nella speranza di vederli apostatare, e poiché nessuno cedette, tutti furono messi a morte.
Anche negli antichi menologi greci, Emanuele viene talvolta chiamato Manuele o Manuel, diminutivo che è restato molto diffuso, specialmente in Spagna: tanto da apparire, ormai, come un nome tipicamente spagnolo.


font.santodelgiorno.it

martedì 25 marzo 2014

Annunciazione del Signore

Si avvicina Pasqua, e con lei i banchetti a casa di amici e parenti, anche se oggi ricordiamo, ricorre l'annunciazione del signore, uno dei momenti più importanti nella vita della giovane Maria.
Colgo l'occasione per fare gli auguri a tutte le future mamme, che ogni giorno mettono al mondo dei piccoli miracoli.



 Il mistero che la S. Chiesa celebra oggi è l'Annuncio dell'Arcangelo Gabriele a Maria, che Ella era stata dal Signore scelta fra tutte le donne ad essere la Madre di Dio, e l'incarnazione del Verbo nel suo seno purissimo.

Anticamente la festa odierna era designata anche col nome di « Concezione di Cristo », « Annunciazione del Signore ». Ciò dimostra che era celebrata più come festa del Signore che della 'Madonna; solo col passare del tempo prese man mano spiccato carattere mariano. Oggi è considerata quasi esclusivamente come festa della SS. Vergine.
 « Questo giorno, scrive il Guéranger, è grande negli annali dell'umanità; è grande agli occhi medesimi di Dio, perché celebra l'anniversario del più grande avvenimento che siasi compiuto nel tempo. Quest'oggi il Verbo divino, per mezzo del quale il Padre ha creato tutte le cose, s'è fatto carne nel seno d'una Vergine ed ha abitato in mezzo a noi ».

Questo mistero era già stato preannunciato fin dal Paradiso terrestre, indi più esplicitamente ripetuto e specificato dai Profeti. Isaia, quale segno della Redenzione, all'empio Acaz dice: « Ecco una Vergine concepirà e partorirà un figlio ed Emmanuele sarà il suo Nome ». Più innanzi dice ancora: « Dalla radice di Jesse germinerà una verga e un fiore spunterà da essa ».

Venuta poi la pienezza dei tempi, il tempo accettevole e propizio della Redenzione, mentre la purissima Vergine nazaretana innalza le sue più ferventi preci per accelerare la venuta del Messia, le appare uno dei più fulgidi Arcangeli del Paradiso, Gabriele, e con sommo rispetto e devozione la saluta: « Ave, piena di grazia, il 'Signore è teco, benedetta tu fra le donne ». Udendo queste cose Maria si turba e pensa che specie di saluto sia questo. L'Angelo per rassicurarla le dice: « Non temere, Maria, poiché hai trovato grazia presso Dio; ecco concepirai nel seno e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo e il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà fine ». E Maria, che già ha consacrato la sua verginità a Dio, non comprendendo ciò, dice all'Angelo: « Come avverrà questo se io non conosco uomo? ». Rispondendo l'Angelo le dice: « Lo Spirito Santo verrà in te e la virtù dell'Altissimo ti adombrerà. E per questo quello che nascerà da te sarà santo e sarà chiamato figlio dell'Altissimo... poiché nulla è impossibile a Dio ». E Maria dice: « Ecco la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola ». E l'Angelo si parte da lei.

In quel momento il Figlio di Dio scese in lei, prese carne e pur rimanendo vero Dio, cominciò ad essere anche vero uomo, per poi un giorno patire e morire, a fine di salvarci riaprendoci il Paradiso e meritandoci le grazie per bene operare.

PRATICA. Credere sempre più nei privilegi mariani, particolarmente in quelli che formano l'aureola più fulgida di Maria, la sua perpetua Verginità e la divina Maternità.

PREGHIERA. Dio, che hai voluto che il tuo Verbo all'annuncio dell'Angelo prendesse carne nel seno della Beata Vergine Maria, concedi a noi tuoi devoti che mentre la crediamo veramente Madre di Dio, siamo aiutati dalla sua intercessione presso di te. 


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Ricordo le dirette Lunedì e Giovedì su telemax dalle 23:30 alle 00:00 
per ricevere il talismano gratuitamente, invece spedire una lettera all'indirizzo che vi verrà comunicato contattando i numeri qui sotto

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lunedì 24 marzo 2014

Santa Caterina di Svezia




Lunedì....nuvole ma non eravamo a Marzo?
Beh pare che anche questo mese dovremo fare l'altalena con giacca si e giacca no,l'importante è non fare l'errore di scoprirsi troppo, o si rischia di ammalarsi, vi lascio alla lettura e non perdetevi le ultime righe.


Nacque sul principio del secolo XIV dalla celebre S. Brigida e dal principe Ulfone di Noricia. Già i loro avi si erano distinti per virtù e in modo particolare per devozione alla passione del Salvatore. Caterina fu il fiore più bello e fragrante che Dio concesse ai due santi coniugi. Bambina fu affidata all'educandato delle religiose del monastero di Rosberg. Il Signore la voleva tutta per sè, e a questo scopo permise che il demonio alcune volte la molestasse e la facesse soffrire. La Santa sempre più andò staccando il cuore dai passatempi e divertimenti della età, andò sempre più confermandosi nella volontà di darsi tutta a Dio nello stato verginale. Però per ubbidire al padre sacrificò il suo alto ideale, per passare a nozze col ricco e nobile cavaliere Edgardo. Seppe tuttavia parlare così eloquentemente dei pregi della verginità, che lo sposo consentì di vivere con lei in perpetua continenza, emettendo entrambi il voto di castità: voto che sempre osservarono. Ebbe a soffrire innumerevoli beffe, rimbrotti e contraddizioni, perfino da parte di un fratello; ma essa altro non amava nè cercava che di piacere a Dio.

Mortole il padre, raggiunse la madre a Roma, seguendola nei suoi pellegrinaggi e nell'arduo apostolato fra i miseri e gli infermi. In questo frattempo Dio chiamò al premio il pio suo sposo Edgardo.

Essendo ancora giovane ed avvenente, e rifiutando seconde nozze, innumerevoli furono le insidie e le lusinghe tentate da uomini brutali per recidere il giglio immacolato della sua verginità. Sempre trionfò con l'aiuto di Dio, cui di continuo era unita colla preghiera, aiuto manifestatosi alle volte anche miracolosamente. Passava quattro ore al giorno in preghiera intensa e in contemplazione. Ereditò le virtù e lo spirito di carità e di apostolato di sua madre, colla quale rimase per 25 anni: ne accolse l'ultimo respiro e ne portò le sante reliquie in Svezia. Tornata in patria, si ritirò in un monastero, ove fu superiora. Più tardi si recò nuovamente a Roma, per la canonizzazione della madre. Vi rimase cinque anni, spendendo il tempo che le rimaneva dalle occupazioni più importanti al servizio degli infermi e derelitti. Il Signore volle per suo mezzo compiere innumerevoli miracoli. Tornò infine in patria, nel suo monastero, ove morì il 22 marzo 1381.

PRATICA. Impariamo da questa Santa la custodia degli occhi.
PREGHIERA. O Dio, che nella beata Caterina ci desti sì mirabile esempio di purezza illibata, concedici, te ne preghiamo, per sua intercessione, che noi, puri di mente e di cuore, consacriamo tutte le nostre forze al tuo santo servizio.



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Vi ricordo che per mandare una lettera e regalarvi uno dei miei talismani gratuiti, basta digitare i numeri qui sotto riportati, non dimenticate di seguire la diretta de ''il salotto di Aries'', su Telemax alle 23:00 a 00:00


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venerdì 21 marzo 2014

San Serapione di Thmuis



Oggi 21 Marzo è il solstizio di primavera, la festa della fioritura è iniziata, e oggi si celebra l'inizio della bella stagione, abbandonati i cappotti nell'armadio per quella che si pensa sarà una breve primavera seguita da una calda e lunga estate.


 Vescovo, santo (sec. IV). Nonostante che sia sempre stato molto celebrato nella storia della Chiesa come uomo di grande cultura e di profonda spiritualità, le notizie che possediamo di S. sono scarne e frammentarie, in quanto provengono indirettamente da altre fonti. Di lui non conosciamo i riferimenti cronologici e quelli relativi all'origine, come anche il luogo di morte. Sappiamo che visse ritirato nel deserto per alcuni anni, conducendo vita eremitica e divenendo uno dei più illustri discepoli di Antonio il Grande, prima di essere eletto vescovo di Thmuis (presumibilmente tra il 34056). Fu zelante difensore della fede di Nicea, accanto ad Atanasio, con il quale intrattenne una lunga relazione epistolare, che costituisce l'unica fonte documentale certa per risalire alla sua attività. Da ultimo sappiamo che dall'imperatore Costanzo II fu mandato in esilio. Degli scritti a lui attribuiti è stata ritrovata tardivamente un'opera polemica contro i manichei e un Eucologio, una raccolta che fornisce in forma di preghiera indicazioni sui particolari della vita liturgica nell'Egitto del secolo IV. Oltre che nei sinassari bizantini, seppure con alcune varianti, è commemorato in diversi martirologi occidentali, che ne tessono ampiamente gli elogi.

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Con la primavera si avvicina anche la Santa Pasqua occasione per stare in famiglia, o con amici del resto ''Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi!'', così recita il detto.
Vi ricordo che se desiderate un talismano portafortuna, che sia amore, pace interiore, fortuna nel lavoro, e così via potete contattare i numeri qui sotto riportati, vi ricordo che ricevere i miei talismani è gratuito!
Nella lettera vi ricordo di inserire un francobollo, e ovviamente la descrizione del perchè desiderate ricevere questo piccolo portafortuna.

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un saluto da Aries
    

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mercoledì 19 marzo 2014

San Giuseppe Sposo della Beata Vergine Maria

 Dovrebbero associare alla festa del papà, qualche pianta, un po' come per le donne, anche perchè la mimosa non va bene, oggi è la festa del papà, e di conseguenza San Giuseppe sposo della Vergine Maria, fu un papà presente per il figlio anche se un po' in disparte, preparandosi con il suo apparente distacco, per quella che fu la separazione più sofferta, che potrebbe essere quella di molti padri e madri di oggi, quindi rispolverando un vecchio proverbio ''prendiamo due piccioni con una fava'', facendo gli auguri a tutti i nati in questo giorno, tanti auguri, anche a coloro che portano con orgoglio questo nome importante, e a tutti i papà del mondo.....anche non di origine umana, dopotutto anche il leone della savana è papà di molti leoncini, auguri a tutti.



Il nome Giuseppe è di origine ebraica e sta a significare “Dio aggiunga”, estensivamente si può dire “aggiunto in famiglia”. Può essere che l’inizio sia avvenuto col nome del figlio di Giacobbe e Rachele, venduto per gelosia come schiavo dai fratelli. Ma è sicuramente dal padre putativo, cioè ritenuto tale, di Gesù e considerato anche come l’ultimo dei patriarchi, che il nome Giuseppe andò diventando nel tempo sempre più popolare. In Oriente dal IV secolo e in Occidente poco prima dell’XI secolo, vale a dire da quando il suo culto cominciava a diffondersi tra i cristiani. Non vi è dubbio tuttavia che la fama di quel nome si rafforzò in Europa dopo che nell’Ottocento e nel Novecento molti personaggi della storia e della cultura lo portarono laicamente, nel bene e nel male: da Francesco Giuseppe d’Asburgo a Garibaldi, da Verdi a Stalin, da Garibaldi ad Ungaretti e molti altri ancora.
  San Giuseppe fu lo sposo di Maria, il capo della “sacra famiglia” nella quale nacque, misteriosamente per opera dello Spirito Santo, Gesù figlio del Dio Padre. E orientando la propria vita sulla lieve traccia di alcuni sogni, dominati dagli angeli che recavano i messaggi del Signore, diventò una luce dell’esemplare paternità. Certamente non fu un assente. È vero, fu molto silenzioso, ma fino ai trent’anni della vita del Messia, fu sempre accanto al figliolo con fede, obbedienza e disponibilità ad accettare i piani di Dio. Cominciò a scaldarlo nella povera culla della stalla, lo mise in salvo in Egitto quando fu necessario, si preoccupò nel cercarlo allorché dodicenne era “sparito’’ nel tempio, lo ebbe con sé nel lavoro di falegname, lo aiutò con Maria a crescere “in sapienza, età e grazia”. Lasciò probabilmente Gesù poco prima che “il Figlio dell’uomo” iniziasse la vita pubblica, spirando serenamente tra le sue braccia. Non a caso quel padre da secoli viene venerato anche quale patrono della buona morte.
  Giuseppe era, come Maria, discendente della casa di Davide e di stirpe regale, una nobiltà nominale, perché la vita lo costrinse a fare l’artigiano del paese, a darsi da fare nell’accurata lavorazione del legno. Strumenti di lavoro per contadini e pastori nonché umili mobili ed oggetti casalinghi per le povere abitazioni della Galilea uscirono dalla sua bottega, tutti costruiti dall’abilità di quelle mani ruvide e callose.
  Di lui non si sanno molte cose sicure, non più di quello che canonicamente hanno riferito gli evangelisti Matteo e Luca. Intorno alla sua figura si sbizzarrirono invece i cosiddetti vangeli apocrifi. Da molte loro leggendarie notizie presero però le distanze personalità autorevoli quali San Girolamo (347 ca.-420), Sant’Agostino (354-430) e San Tommaso d’Aquino (1225-1274). Vale la pena di riportare soltanto una leggenda che circolò intorno al suo matrimonio con Maria. In quella occasione vi sarebbe stata una gara tra gli aspiranti alla mano della giovane. Quella gara sarebbe stata vinta da Giuseppe, in quanto il bastone secco che lo rappresentava, come da regolamento, sarebbe improvvisamente e prodigiosamente fiorito. Si voleva ovviamente con ciò significare come dal ceppo inaridito del Vecchio Testamento fosse rifiorita la grazia della Redenzione.
  San Giuseppe non è solamente il patrono dei padri di famiglia come “sublime modello di vigilanza e provvidenza” nonché della Chiesa universale, con festa solenne il 19 marzo. Egli è oggi anche molto festeggiato in campo liturgico e sociale il 1° maggio quale patrono degli artigiani e degli operai, così proclamato da papa Pio XII. Papa Giovanni XXIII gli affidò addirittura il Concilio Vaticano II. Vuole tuttavia la tradizione che egli sia protettore in maniera specifica di falegnami, di ebanisti e di carpentieri, ma anche di pionieri, dei senzatetto, dei Monti di Pietà e relativi prestiti su pegno. Viene addirittura pregato, forse più in passato che oggi, contro le tentazioni carnali.
  Che il culto di San Giuseppe abbia raggiunto in passato vette di popolarità lo dimostrano anche le dichiarazioni di moltissime chiese relative alla presenza di sue reliquie. Per fare qualche esempio particolarmente significativo: nella chiesa di Notre-Dame di Parigi ci sarebbero gli anelli di fidanzamento, il suo e quello di Maria; Perugia possiederebbe il suo anello nuziale; nella chiesa parigina dei Foglianti si troverebbero i frammenti di una sua cintura. Ancora: ad Aquisgrana si espongono le fasce o calzari che avrebbero avvolto le sue gambe e i camaldolesi della chiesa di S. Maria degli Angeli in Firenze dichiarano di essere in possesso del suo bastone. È sicuramente un bel “aggiunto” di fede.

Autore:
Mario Benatti

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martedì 18 marzo 2014

San Cirillo di Gerusalemme


 Questo è un santo a cui ispirarsi, nonostante le innumerevoli difficoltà, l'esilio e l'emarginazione ha comunque contribuito a far conoscere e rispettare, la chiesa cattolica nel mondo, nominato infine Dottore della Chiesa in quanto conoscitore profondo, della dottrina cristiana,


Cirillo di Gerusalemme, ordinato presbitero intorno al 345, fu uomo particolarmente attento alla preparazione dei catecumeni aspiranti al sacramento del battesimo celebrato nella notte di Pasqua. È in questi anni di sacerdozio che compose l’opera che ancora oggi è giustamente nota: le Catechesi contengono discorsi che illustrano la dottrina cristiana (i primi 19 discorsi tenuti nella basilica del Santo Sepolcro edificata a Gerusalemme da Costantino sono indirizzati ai catecumeni) e ne spiegano i sacramenti (i discorsi 20-24 furono rivolti ai battezzati ammessi alla Chiesa Anastasis per comprendere il significato della prassi liturgica).

Divenuto vescovo intorno all’anno 348, Cirillo fu severamente impegnato nella disputa cristologica seguita all’affermazione del simbolo niceno. Questo, proclamato nel I Concilio Ecumenico di Nicea nell’anno 325, non aveva sancito la sconfitta degli ariani sostenitori di una cristologia che negava a Gesù Cristo uguale divinità del Padre: il termine “della stessa sostanza”, homoousios, costituì l’affermazione cristologica contro la deriva ariana.
Terminato il Concilio, infatti, si aprì una lunga e dolorosissima stagione che vide la Chiesa dividersi sulla questione cristologica. Non tutti si professarono niceni (come l’illustre vescovo e Dottore della Chiesa sant’Atanasio di Alessandria d’Egitto), né il partito ariano costituiva un blocco monolitico. I più oscillavano tra le due posizioni.

Cirillo di Gerusalemme come Acacio, vescovo di Cesarea (340-366), e molti altri, conosceva una posizione intermedia e personale. A causa di questioni legate al rapporto tra Chiese, Acacio, sposando definitivamente una dottrina marcatamente ariana e garantendosi così il sostegno imperiale, riuscì ad allontanare ripetutamente Cirillo dalla sua sede episcopale. Fu, così, prima deposto ed esiliato dall’imperatore Costanzo nel 357 e nel 360, poi dall’imperatore Valente dal 367 al 378.
L’imperatore Teodosio (379-395) pose fine al suo esilio durato complessivamente 16 anni: Cirillo poté nella sua autorevolezza partecipare al II Concilio Ecumenico, celebrato a Costantinopoli nel 381, dove sottoscrisse completamente il simbolo, divenuto niceno-costantinopolitano, accettando il termine homoousios.
Fu dichiarato Dottore della Chiesa da papa Leone XIII nel 1882.

Autore: Massimo Salani
font.santiebeati.it

lunedì 17 marzo 2014

San Patrizio

 Oggi è un giorno dedicato ad un nome davvero importante, si perchè Patrizio dapprima di essere aggiutnto, come nome vero e proprio, era un nome titolo dell'antica Roma che voleva dire 'nobile', nel corso dei secoli ha assunto la funzione di nome maschile, o femminile e sembra essere di buon auspicio a chi lo porta, è stato un nome sempre molto apprezzato, ma ha assunto un ruolo importante nella nostra fede in Irlanda grazie proprio a San. Patrizio, infatti oggi tutti gli irlandesi e tutti i cattolici festeggiano il San. Patrick's day, un giorno di gioia durante il quale si festeggia nelle piazze con carri allegorici, e simbolismi legati sia alla cultura pagana che a quella cristiana, ma che in comune hanno un solo significato 'Fortuna, pace e prosperità per tutti', l'usanza delle sfilate deio carri è tipica dei paesi anglosassoni come America, Gran Bretagna, Australia, e prima tra tutti Irlanda vero luogo di nascita di questo giorno dedicato alla gioia di vivere.


S. Patrizio, apostolo del Vangelo fra il popolo irlandese, nacque nella Scozia da agiati e pii genitori verso la fine del secolo quinto. La Divina Provvidenza che nei suoi arcani disegni, sempre infinitamente sapienti, destinava Patrizio a grandi cose nella Chiesa Cattolica, dispose che egli, ancor giovane, strappato dal grembo della famiglia, fosse condotto schiavo nell'Irlanda. Durante questa schiavitù, in cui il povero giovanetto ebbe a sentire tutta l'amarezza dell'abbandono e subire il disprezzo più avvilente ed inumano, la grazia del Signore plasmò il cuore del suo servo e lo predispose alla sua sublime missione.. Finalmente dopo dieci anni di sofferenze inenarrabili, potè ritornare in famiglia.

Patrizio, per prepararsi alla divina missione che da Dio gli era stata assegnata, si diede agli studi e all'esercizio delle virtù sacerdotali. Fu ordinato diacono, sacerdote e, prima di partire per l'evangelizzazione dell'Irlanda, fu consacrato vescovo.

Tra quelle popolazioni ancora barbare ed idolatre, S. Patrizio ebbe a soffrire la persecuzione ed il carcere. Ma tutto sopportò in pace, poiché il martirio fu sempre uno dei suoi desideri più intensi. Non vi fu luogo di quell'isola che non fosse visitato più volte dal Santo, nonostante che la sua vita corresse grave pericolo. Il Signore benedisse largamente le fatiche di questo novello Paolo, e quella terra pagana divenne la terra dei Santi. Le lotte che attraverso i secoli, specialmente contro il Protestantesimo, sostenne l'Irlanda per conservare integra la dottrina evangelica, gli esempi di fede e gli slanci di amore che quel popolo ha dimostrato ne sono prova evidente.

L'opera di Patrizio fu completa. Non solo convertì e battezzò tante e tante anime, ma molti giovani ricevettero gli ordini sacri, molte chiese furono innalzate e molte giovani si consacrarono al Signore nella vita religiosa.

Tra le virtù che particolarmente spiccarono nel Santo, ammirabile fu il suo distacco dalle cose di questo mondo. Delle tante offerte che i fedeli deponevano ai suoi piedi, nulla mai prese per sè, ma tutto dispensava ai poverelli.

Verso la fine della sua vita. scrisse La Confessione, libro in cui narra i principali avvenimenti della sua vita.

PRATICA. Un atto di fede nella Provvidenza di Dio.

PREGHIERA. Dio, che ti sei degnato di mandare il, beato Patrizio, confessore e Pontefice, a predicare il tuo Vangelo, concedi che per i suoi meriti e per la sua intercessione, possiamo compiere quanto ci comandi. 

fonte. Santodelgiorno.it 

Vi ricordo che spedendomi una lettera avrete la possibilità di ricevere gratuitamente uno dei miei talismani, per informazioni contattate i numeri qui sotto citati.
Quale miglior modo per iniziare la settimana, se non quella di regalarvi un portafortuna nel giorno dedicato alla fortuna, e al buon auspicio, tra i simboli dedicati a questo santo vi è proprio il quadrifoglio, protagonista di molte leggende legate proprio alla buona sorte.

0872700584
3395904011

Un saluto a tutti da Aries 

venerdì 14 marzo 2014

Regalati un Talismano



Buongiorno prima di tutto colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che seguono il mio blog e le dirette de ''Il Salotto di Aries'', per ricordarvi quanto detto ieri, così chi non ha potuto seguire la trasmissione, può tranquillamente leggere questo post.
Se siete giù e sentite di aver bisogno di una spinta che vi dia coraggio, vi purifichi e vi porti un po' di fortuna, che in questo momento ne abbiamo tutti un disperato bisogno, potete inviarmi un lettera che parli di voi, con il vostro nome, cognome, data di nascita, e numero di telefono, per ricevere gratuitamente! Uno dei miei talismani, nella lettera dove parlerete in breve di voi dovrete inserire per cosa desiderate il talismano, per esempio amore, pace interiore, pace familiare, fortuna e così via.
Nella lettera inoltre dovrete inserire un francobollo che poi verrà usato per rispondervi.



Per l'indirizzo potete contattare i numeri qui di seguito elencati:

0872700584
3395904011


Un saluto a tutti da Aries


Santa Matilde di Germania



Di principesca famiglia, nacque S. Matilde nella Sassonia. I cristiani genitori, consci della vanità delle grandezze umane, affidarono la fanciulla all'abadessa di Erfurt, perchè la educasse all'amore e al desiderio delle virtù cristiane. Matilde corrispose alle premure dei genitori e alle sollecitudini della sua educatrice, e non ritornò in famiglia, se non quando seppe essere quella la volontà di Dio.

Nell'anno 913 ella giurava fedeltà di sposa al principe Arrigo, figlio di Enrico duca di Sassonia. Questo matrimonio fu di grande vantaggio per Matilde. Infatti il suo pio sposo, dopo la morte di Corrado re di Germania, nel 919, divenne imperatore. La modestia, l'umiltà, l'innocenza e tutte le egregie doti del suo nobile animo colpivano chiunque la mirasse, molto più di quanto l'abbagliasse la magnificenza delle vesti regali. Sovente la Santa si portava a visitare gli ammalati e i poveri. Le occupazioni del suo stato non permettevano d'occupare nelle pratiche di pietà tutto quel tempo che avrebbe desiderato e perciò nel cuore della notte, mentre nella reggia tutto taceva, essa si portava in chiesa e passava ore ed ore in unione con Dio nella preghiera e nella contemplazione. Il marito era pure profondamente cattolico e assecondava la pietà e le opere della consorte.

La Divina Provvidenza quando chiama un'anima ad un grado sublime di santità, la fa passare per il crogiuolo del dolore. E Matilde che era un'anima tutta di Dio, fu visitata con il flagello della desolazione. Ecco infatti che, per una paralisi cardiaca, venne improvvisamente a mancarle lo sposo Arrigo. Fu questo per la Santa un colpo assai doloroso, sia per l'amore che portava all'amato consorte, sia per le tristi conseguenze che sarebbero seguite a questo decesso. Matilde aveva avuto tre figli: Ottone, Enrico e Brunone. Il primo era stato designato dal padre come suo successore. Ma siccome l'impero di Germania era elettivo, Enrico insorse a contrastare il potere del fratello. La Santa, che prediligeva il secondo, si dichiarò per lui, il che fu causa che fra i due prìncipi fratelli scoppiasse la guerra. Il Signore punì la predilezione della Santa per il secondogenito e permise che i suoi figli si alleassero contro di lei, la spogliassero di ogni potere. e la costringessero a ritirarsi presso un monastero. Grandi sofferenze, dispiaceri e umiliazioni dovette sopportare la regina in questi avvenimenti, tanto più che le erano causati da persone da lei tenerissimamente amate: ma tutto sopportò in ispirito di penitenza. Questa umiliazione fu lunga, ma la virtù della santa regina trionfò e i suoi figli si riconciliarono con lei e tra loro e rimisero la madre nel primitivo stato. S. Matilde spese il restante della vita specialmente nella preghiera e nelle opere di carità. Piena di meriti e di opere sante volò al premio il 14 marzo dell'anno 968.

PRATICA. L'inizio della santità sta nel desiderarla, nel domandarla a Dio, e nello sforzarsi per averla.

PREGHIERA. Dio, che con l'umiltà e costanza della tua serva Matilde ci hai insegnato come si giunga al possesso delle vere grandezze, fa', ti preghiamo, che anche noi ne imitiamo l'esempio e che le cose non ci siano che stimolo per il tuo santo servizio. 


font. santodelgiorno.it

giovedì 13 marzo 2014

San Rodrigo di Cordova




Buongiorno la storia del santo di oggi, si incrocia con quella di un personaggio biblico, seppur in tristi circostanze.
Buona lettura

Al nome del Santo di oggi non si può fare a meno di pensare immediatamente al signorotto dei manzoniani Promessi Sposi, l'insidiatore dell'onesta Lucia, arrogante e sprezzante fino a quando, colpito dalla peste, non sconta i suoi falli con la più triste e la più derelitta delle morti.
Il nome di Rodrigo sembra di origine spagnola, ma non lo è. Deriva da Roderico, ed ha quindi radice germanica, significando « ricco di gloria ». Forse il nome si diffuse in Spagna perché lì morì uno dei più celebri Rodrighi della storia, l'ultimo Re dei Visigoti, battuto dagli Arabi.
Spagnolo è anche il Santo di oggi, unico di questo nome, festeggiato insieme con un compagno di nome Salomone, anch'egli unico tra i Santi a portare il nome celebre del più splendido Re biblico, costruttore del Tempio di Gerusalemme.
Abbiamo parlato degli Arabi, conquistatori della Spagna, che strapparono alla dominazione dei Visigoti. Nei primi secoli della dominazione mussulmana della penisola iberica visse e morì martire San Rodrigo, accanto a molti altri cristiani intransigenti nella loro fede e troppo zelanti nel loro apostolato.
L'avvento dei Mussulmani segnò infatti, in Spagna, una dolorosa divisione tra popolazione cristiana e popolazione maomettana; una divisione che spesso si insinuava fin nell'interno delle famiglie, dando luogo a situazioni incresciose, e talvolta addirittura grottesche.
Nella famiglia di Rodrigo, per esempio, un fratello era acceso mussulmano; un altro, fervente cristiano. Rodrigo stesso, poi, era stato ordinato sacerdote cristiano. La convivenza, perciò, non era facile, e un giorno, in occasione di un alterco più violento del solito tra i due fratelli, Rodrigo si interpose come paciere, finendo per buscarne dall'uno e dall'altro. Ridotto privo di sensi, il fratello mussulmano gli giuocò il tiro più subdolo, caricandolo su una barella e portandolo in giro per le strade di Cordova, proclamando a gran voce che il fratello, già sacerdote cristiano, si era finalmente convertito alla fede del Profeta.
Ignaro di tutto ciò, quando si fu rimesso in sesto, Rodrigo riprese a esercitare il sacerdozio, e quando scoppiò una delle periodiche persecuzioni contro i cristiani, si allontanò da Cordova per ritirarsi in una località vicina.
Venne presto arrestato, non tanto perché cristiano, quanto come rinnegato. Se era vera infatti, come il fratello aveva proclamato, la sua conversione al Corano, il ritorno all'antica fede appariva come un vero e proprio tradimento, a meno che Rodrigo non si piegasse a rinnegare pubblicamente, davanti al Cadì, cioè al giudice arabo, la religione cristiana.
E poiché San Rodrigo non volle piegarsi, venne condannato al carcere, dove incontrò quel Salomone il quale viene oggi festeggiato, ma sul cui conto, fino a quel punto, non abbiamo notizia alcuna.
Si sa soltanto che tutti e due, Rodrigo e Salomone, si esortarono a vicenda nella fede, preparandosi al prossimo martirio. Furono infatti decapitati ambedue nell'anno 837, diventando, per così dire, fratelli di sangue, uniti in una famiglia che non conosce discordie né rivalità.

font.santodelgiorno.it

Dopo tutto quello che ha dovuto passare il povero Rodrig, è il caso di aggiungere un vecchio detto che calza a pennello alla sua triste storia ''Parenti serpenti'', che ironia....l'avete colta? 


martedì 11 marzo 2014

San Costantino-Re e martire


Oggi non ho avuto particolare difficoltà nella scelta del santo del giorno, poichè la nostra chiesa, ha tra le schiere di beati forse uno dei più grandi avanguardisti, per quanto riguarda proprio il tema tolleranza, Costantino è forse tra i pochi monarchi a riconoscere ai suoi sudditi la leggimità di praticare il proprio culto senza persecuzioni di alcun tipo, un tema quanto mai ricorrente nel nostro cosiddetto ''mondo moderno'', dove di moderno troviamo solo il modo di farci gli affari degli altri, invece per quanto riguarda pregiudizi e intolleranze verso una qualsiasi diversità, facciamo letteralmente a gara a chi la combina più grossa.

La Chiesa greca, ma non quella latina, riserba un posto importante, tra i suoi Santi, al più celebre Costantino della storia, cioè all'Imperatore romano che riconobbe ai cristiani la libertà di culto, e che favorì in molti modi - anche con la sua conversione - la diffusione e l'affermazione del Cristianesimo nel mondo romano.

 



L'Imperatore Costantino è perciò stato onorato, addirittura con il titolo di « pari agli Apostoli » o anche di « tredicesimo Apostolo ». Si tratta di una tradizione assai antica in Oriente; ma si può pensare che, più che a ragioni religiose, la sua devozione sia legata a motivi politici, anzi dinastici, per esaltare gli Imperatori bizantini che del grande Costantino furono eredi e successori.

Costantino, imperatore, non figura tra i Santi della Chiesa cattolica, ma non mancano san- ti con il nome di Costantino, e proprio oggi ne sono festeggiati due insieme.

Del primo, che il Martirologio dice « confessore a Cartagine », non si sa però nulla, oltre a questa generica notizia. Poco più noto è anche l'altro San Costantino odierno, il quale però appare degno del suo augusto nome, in quanto fu anch'egli sovrano terreno, oltre che degno della gloria dei Santi.

Non era latino, ed era anzi nato ai margini del mondo romano, figlio di un Re della Cornovaglia, la rocciosa penisola che si protende verso l'Atlantico, nella parte più meridionale e occidentale dell'isola inglese. Figlio di Re, erede al trono, e infine Re egli stesso, Costantino non fu, a quanto pare, nella sua gioventù e anche nella maturità, né specchio di virtù né modello di pietà. Aveva sposato la figlia del Re di Bretagna, ma non fu neanche marito esemplare. Soltanto alla morte della moglie, già anziano, conobbe una profonda trasformazione spirituale. Fu allora che il vedovo Re di Cornovaglia si ritirò, per qualche anno, nel silenzio di un monastero dedicato a San David, cioè a un altro Re peccatore e penitente. Fece ancora di più, perché Costantino si unì a San Colomba, o Columba, il grande monaco irlandese che per primo portò e fece fiorire il Cristianesimo in terra di Scozia, fondandovi monasteri di vita severa e attiva. La Scozia, che allora aveva ancora il nome latino di Caledonia, era popolata da tribù barbare e indomite: gli Scotti e, più a settentrione, i Pitti. Neanche le legioni romane avevano potuto soggiogarle, e per difendere i confini della Britannia dalle loro incursioni era stato necessario costruire gigantesche muraglie, o valli, che sbarravano il paese da levante a ponente.

Nella terra dei feroci Pitti, San Costantino e San Colomba svolsero insieme la loro missione, non soltanto difficoltosa, ma anche pericolosa. Ottennero molte conversioni, fondarono chiese, crearono monasteri, ma a un certo punto i barbari Pitti presero una breve e sanguinosa rivincita sui loro benefattori, conclusasi con un massacro dei cristiani. Così, nel 598, il Re di Cornovaglia diventato missionario cristiano, restò vittima della violenza dei barbari Pitti.


font. Santodelgiorno.it

lunedì 10 marzo 2014

San Simplicio Papa




 I santi canonizzati per il 10 Marzo sono diversi, quindo ne scegliamo uno in base a quello che c'è scritto sul calendario, il quale ci comunica che in questo giorno si celebra San Simplicio Papa.

  S. Simplicio, nativo di Tivoli, esercitò il ministero pontificio dal 468 al 483, in un periodo tormentato sia per la vita della Chiesa che per quella dello Stato. Com'è noto, Odoacre, poiché non venivano soddisfatte le richieste di terre da coltivare avanzate dai suoi Eruli, troncò ogni indugio: tolto di mezzo Oreste, ne depose il figlio Romolo Augustolo, ultimo rappresentante imperiale, che relegò in una villa napoletana con una rendita annuale di 6.000 libbre d'oro, e rinviò le insegne imperiali all'imperatore d'Oriente, Zenone.
Neppure questi d'altra parte aveva una vita tranquilla, poichè proprio nel 475-476 dovette fronteggiare la rivolta di Basilisco: riuscì ad averne ragione solo con l'aiuto di Teodorico, re degli Ostrogoti, che poi spodestò anche Odoacre. Questa serie di avvicendamento non restava senza conseguenze anche per la vita della Chiesa sia in Occidente che in Oriente. Odoacre, infatti, e anche Teodorico erano seguaci dell'eresia ariana, mentre Basilisco si appoggiava nella sua rivolta particolarmente sui seguaci dell'eresia monofisita.
Il monofisismo era stato suscitato da Dioscoro, patriarca di Alessandria d'Egitto, e soprattutto dal monaco Eutiche: la sua tesi centrale, che le dava anche il nome, era che in Cristo vi è una sola natura, quella divina. Nonostante l'importante ed energico intervento di S. Leone Magno, l'eresia trionfò in occasione del cosiddetto "latrocinio di Efeso", ma due anni dopo la dottrina ortodossa venne affermata con chiarezza nel concilio di Calcedonia, che assunse come articolo di fede il documento di S. Leone Magno.
Questo concilio emanò anche il famoso canone 28, che riconosceva una preminenza del patriarcato costantinopolitano, che venne contestata come innovazione pericolosa dagli inviati di S. Leone Magno e venne combattuta anche da S. Simplicio. La controversia sul monofisismo andò avanti ancora per qualche tempo: ne fu responsabile anche l'imperatore Zenone che nel 482 tentò un impossibile compromesso con il suo Henoticon, contro il quale papa Simplicio prese netta posizione.
Oltre a questa difesa della dottrina cristiana genuina, S. Simplicio si rese benemerito per aver restaurato e dedicato alcune chiese romane come S. Stefano Rotondo e S. Bibiana, e, mostrandosi rispettoso di ogni valida arte, fu lui ad ordinare che venissero salvati dalla distruzione i mosaici pagani della chiesa di S. Andrea. Le sue reliquie si venerano a Tivoli.


font.Santiebeati
Vi ricordo l'appuntamento serale con ''Il Salotto di Aries'' in onda questa seraa su telemax alle ore 23:30 alle 24:00


lunedì 3 marzo 2014

Santa Cunegonda

 Buon Lunedì a tutti oggi è un gran giorno per l'Italia, si perchè in barba ai gufi che dicevano che nel nostro paese la cultura non serve a niente, stanotte agli Oscar Academy Awards la statuetta dorata come miglior film straniero è andata al film di Paolo Sorrentino ''La Grande Bellezza'', e come se non bastasse nonostante il freddo stile Nebraska e la pioggia torrenziale di stanotte oggi è spuntato un caldo sole che rivaleggia con il vento ghiacciato che soffia, speriamo che questo sia il primo di una lunga serie di ottimi risultati per il nostro paese, w l'Italia e vi lascio con il santo del giorno.

Sigfrido e Adesvige furono i fortunati genitori di S. Cunegonda. Essi posero tutto l'impegno per educare la cara fanciulla nelle virtù cristiane e negli insegnamenti della fede.

Giovanetta, fu data in isposa ad Enrico, duca di Baviera, il quale dopo la morte di Ottone III, essendo stato eletto imperatore del Sacro Romano Impero, recò la corona imperiale sul capo della sposa. L'incoronazione avvenne in Roma per le mani di Papa Benedetto « VIII, l'anno 1014.

Avendo questa santa imperatrice, col consenso del futuro suo sposo, fatto voto di verginità, Mantenendolo poi anche nello stato coniugale, s'attirò l'ira del demonio, che servendosi delle male lingue riuscì a diffamarla presso il re. Questi sospettò gravemente della regina e fu necessario l'intervento di Dio per ristabilire la pace e l'unione fra i due coniugi. Cunegonda infatti, con fervorose preghiere, ottenne dalla divina misericordia di poter passare a piedi nudi su di un braciere, senza riportare la minima scottatura. Accertata con tale prodigio l'innocenza e la santità della sua sposa, Enrico s'accusò di troppa credulità e si gettò ai piedi della regina chiedendo perdono.

Ma la riacquistata pace durò poco. Mentre Cunegonda era intenta a fabbricare un monastero per le monache benedettine in Kaffungen, la morte venne a rapirle lo sposo. Trovandosi allora sola al mondo, si ritirò fra quelle sante suore a cui aveva edificato il mona
stero e ne vestì la divisa. Essa morì così al mondo e attese solo più a santificare la sua anima, arricchendosi di meriti per l'eternità colla preghiera, col lavoro, colla mortificazione e colla dura penitenza. Caduta inferma, non volle abbandonare il duro cilicio e con esso rese la sua bell'anima a Dio.

Rivestito dell'abito religioso, il suo corpo venne portato a Bamberga e sepolto accanto all'imperatore. Nel 1200 Papa Innocenzo III l'ascrisse nel numero dei Santi; e molti miracoli vennero operati sulla sua tomba.

PRATICA. Meditiamo le parole del Signore: «Beati i mondi di cuore, perché essi vedranno Dio ».

PREGHIERA. Concedici, o Dio misericordioso, per intercessione della beata Cunegonda tua sposa fedele, di vivere umilmente e castamente e fa' che per i meriti ed esempi di lei possiamo sempre servirti con profonda umiltà. 


la ricorrenza cade il 3 Marzo 
Approfitto per ricordarvi dell'appuntamento con ''Il Salotto di Aries'' in onda dalle 23:30 alle 12:00 su Telemax vi aspetto 

La Numerologia è un incredibile strumento in grado di decifrare l’uomo, i suoi meccanismi profondi, i suoi cicli personali.