Una affermazione della numerologia avanzata da alcuni praticanti conclude che, dopo osservazioni empiriche e investigazioni, attraverso lo studio dei numeri l'uomo potrà scoprire aspetti segreti di sé stesso e dell'universo.

sabato 31 agosto 2013

Santo del giorno 31 agosto

SAN ARISTIDE MARCIANO
San Aristide Marciano è stato un filosofo e santo greco antico, padre della Chiesa e apologeta vissuto ad Atene intorno al 140.
Aristide era un filosofo molto ammirato; la lettura delle Sacre Scritture lo portò al Cristianesimo, nel quale continuò a professare la filosofia. Aristide era ben noto ad Eusebio e anche a Girolamo, che lo menziona nel De Viris Illustribus 20 e nell'Ep. 70, dove scrive:
« Aristides philosophus, vir eloquentissimus, eidem principi (Hadriano) Apologeticum pro Christianis obtulit, contextum philosophorum sententiis, quem imitatus postea Justinus, et ipse philosophus »
L'opera: l'Apologia
Aristide di Atene scrisse una Apologia, intessuta di dottrine filosofiche, indirizzata all'imperatore Adriano, come risulta da Eusebio e dalla versione armena dell'Apologia. Questo è il più antico scritto apologetico cristiano che ci sia pervenuto. L'Apologia di Aristide ebbe una singolare vicenda. Fu conosciuta da Eusebio e da Girolamo e fu ricordata da quegli scrittori che dipesero da tali fonti. Nel 1878 i Mechitaristi di Venezia scoprirono un frammento armeno dell'Apologia, seguiti poi nel ritrovamento dello stesso testo, sempre in armeno (secolo V), dal Conybeare e dall'Eemin. Una scoperta più fortunata toccò a J. Rendell Harris che nel 1889 rinvenne nella Biblioteca del monastero di Santa Caterina del Sinai il Cod. Syr. 16 (secolo VII) contenente la traduzione siriaca dell'Apologia (sec. V). In base a questo documento, J. A. Robinson si accorse della straordinaria somiglianza con una parte del romanzo greco di Barlaam e Ioasafat, attribuito a Giovanni Damasceno, scoprendo come quest'ultimo utilizzava l'Apologia sotto forma di discorso pronunciato dall'indovino Nachor. Infine nel 1922 e nel 1923 furono scoperti frammenti greci su papiri, notevoli per la conoscenza del testo primitivo dell'opera (Grenfell, Hunt, Milne).
Scrive Costantino Vona in Bibliotheca Sanctorum, I:
« L'Apologia è stata divisa in 17 brevi capitoli. Dopo un proemio sulla conoscenza, esistenza, natura ed attributi divini (cap. 1), vi è l'esposizione dell'origine delle quattro principali religioni (cap. 2) che sono trattate nei capitoli seguenti: la religione dei barbari (caldei, secondo il testo greco) capp. 3-7; quella dei greci (ed egiziani), capp. 8-12 (13); quella dei giudei, cap. 14, e quella dei cristiani, capp. 15-17. In realtà, la trattazione è l'esposizione del contrasto che vi è tra la religione dei greci e la religione dei cristiani; e quindi si comprende facilmente l'intonazione morale che viene data all'opera »
Secondo Aristide, i barbari adorano gli elementi di cui si compone la natura visibile (cielo, terra, acqua, fuoco, uomo) e, quindi, si rivolgono alle opere di Dio e non a Dio stesso. I greci attribuiscono agli dèi comportamenti simili a quelli degli uomini, con le loro debolezze e le loro colpe. I giudei adorano il vero Dio, ma il loro culto apprezza molto più l'esteriorità che la spiritualità. Soltanto il cristianesimo afferma l'idea e l'esistenza di Dio tramite la vita pura e l'armonia con il prossimo.
È scritto nell'Apologia:
« (I cristiani) non adorano dei stranieri; sono dolci, buoni, pudichi, sinceri, si amano fra loro; non disprezzano la vedova; salvano l'orfano; colui che possiede dà, senza mormorare, a colui che non possiede. Allorché vedono dei forestieri, li fanno entrare in casa e ne gioiscono, riconoscendo in essi dei veri fratelli, poiché così chiamano non quelli che lo sono secondo la carne, ma coloro che lo sono secondo l'anima (...). Osservano esattamente i comandamenti di Dio, vivendo santamente e giustamente, così come il Signore Iddio ha loro prescritto; gli rendono grazie ogni mattina e ogni sera, per ogni nutrimento o bevanda e ogni altro bene (...). Queste sono, o imperatore, le loro leggi. I beni che devono ricevere da Dio, glieli domandano, e così attraversano questo mondo fino alla fine dei tempi: poiché Dio ha assoggettato tutto ad essi. Sono dunque riconoscenti verso di lui, perché per loro è stato fatto l'universo intero e la creazione. Di certo questa gente ha trovato la verità »
Carlotta Alpigiano, curatrice della edizione italiana dalle versioni greca e siriaca (Nardini ed., 1988) fa notare come Aristide
« ...si rivela nell' Apologia un pagano convertito che, attraverso un'esperienza di ricerca e forse una momentanea adesione al giudaismo, che egli giudica tutto sommato con favore, ha trovato nel cristianesimo la realizzazione e il compimento dell'idea di Dio a cui egli era giunto per vie razionali e ne ha accettato anche la rivelazione. Attraverso il ragionamento svolto nell'Apologia Aristide presenta e propone ai pagani il suo stesso cammino di conversione, offrendo loro la possibilità di ottenere la salvezza e contemporaneamente invitandoli a desistere dal calunniare i cristiani. (...) Nei cc. 15-17 presenta un lungo elenco di virtù dei cristiani: essi sono il "popolo nuovo", la "stirpe beata", dalla cui bocca escono "cose divine" e la cui dottrina è "la porta della luce" che permette di giungere alla salvezza nel giudizio finale »
 
Nel Martirologio Romano: "Ad Atene, sant’Aristide filosofo, che, insigne per fede e sapienza, indirizzò all’imperatore Adriano degli scritti sulla religione cristiana".
Sant'Aristide si commemora il 31 agosto.

venerdì 30 agosto 2013

Santo del giorno 30 Agosto

SAN PAMMACHIO
Pammachio è stato un senatore romano, in stretti rapporti con Girolamo, Agostino d'Ippona e Paolino di Nola.
Figlio del senatore Bizante, frequentò in gioventù la scuola di retorica di Gerolamo e attorno al 385 sposò una donna di nome Paolina, figlia di Paola: fu uno dei capi del partito cristiano in senato.
Mantenne sempre un fitto rapporto epistolare con Gerolamo, con cui discuteva di questioni teologiche, e che gli dedicò alcuni dei suoi scritti: tentò, senza successo, di indurlo a moderare il linguaggio che usava contro i suoi oppositori (contro Gioviniano).
Nel 401 Agostino gli inviò una lettera per ringraziarlo di aver scritto ai cristiani di Numidia (dove Pammachio possedeva numerose proprietà) invitandoli ad abbandonare lo scisma donatista.
Quando sua moglie morì di parto (387), Pammachio si fece monaco e iniziò a dedicarsi all'attività caritativa: insieme a santa Fabiola fondò lo xenodochio di Porto, presso la foce del Tevere, destinato ad ospitare gratuitamente i pellegrini poveri e i malati; nel 398 fondò anche la basilica dei Santi Giovanni e Paolo che inglobò quella che doveva essere l'abitazione della sua famiglia (ancora visibile nei sotterranei della chiesa), adibita a domus ecclesiae sin dalla fine del I secolo.
Memoria liturgica il 30 agosto.

giovedì 29 agosto 2013

SANTO DEL GIORNO 29 AGOSTO 2013

SAN GIOVANNI BATTISTA
San Giovanni Battista fu un asceta proveniente da una povera famiglia sacerdotale ebraica originaria della regione montuosa della Giudea e fondatore di una comunità battista che fu all'origine di alcuni movimenti religiosi del I secolo d.C. come la comunità giudaica non-rabbinica fondata da Gesù di Nazareth e le comunità gnostiche samaritane fondate da Dositeo, Simone Mago e Menandro.
Giovanni Battista è una delle personalità più importanti dei Vangeli. Secondo il Cristianesimo, la sua vita e predicazione sono costantemente intrecciate con l'opera di Gesù Cristo; insieme a quest'ultimo, Giovanni Battista è presente anche nel Corano col nome di Yaḥyā come uno dei massimi profeti che precedettero Maometto. Morì intorno al 35 d.C.
Fonte principale sulla vita e la figura del Battista sono i Vangeli. Essi affermano che era figlio di Zaccaria e di Elisabetta, cugina di Maria quindi cugino di Gesù, e fu generato quando i genitori erano in tarda età. La sua nascita fu annunciata dallo stesso arcangelo Gabriele che diede l'annuncio a Maria; quando questa andò a visitare Elisabetta, il nascituro balzò di gioia nel ventre materno. Per aver conosciuto direttamente Gesù e per averne annunciato l'arrivo ancor prima che questi nascesse, Giovanni è ricordato come "il più grande dei profeti". Luca lo colloca in un quadro storico ben preciso, donandoci nomi e cognomi dei protagonisti politici di quel tempo, riconducibile al periodo corrispondente agli anni 27 e 28 dopo Cristo, anno decimo quinto dell'impero di Tiberio.
In occasione della visita della cugina Maria, Elisabetta sarebbe stata nel sesto mese di gravidanza; questo ha permesso di fissare la nascita di Giovanni tre mesi dopo il concepimento di Gesù e dunque sei mesi prima della sua nascita.
Giovanni andò a vivere nel deserto, conducendo una vita di penitenza e di preghiera, secondo la tradizione ebraica del voto di nazireato: "Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico". Nei Vangeli è definito "voce di uno che grida nel deserto". Si discute tuttora sui possibili rapporti fra il Battista e la comunità giudaica degli Esseni, che vivevano in comunità monastiche nel deserto, aspettavano l'avvento del Messia e praticavano il battesimo come rito di purificazione. La novità del battesimo di Giovanni consisteva nel preciso impegno di "conversione", da parte di coloro che andavano a farsi battezzare da lui. Secondo alcuni vangeli apocrifi, in seguito alla morte della madre si sarebbe recato nel deserto dove fu istruito dagli angeli e uomini sapienti per la sua futura missione.
Giovanni dichiarò più volte di riconoscere Gesù come il Messia annunciato dai profeti, ma il momento culminante fu quello in cui Gesù stesso volle essere battezzato da lui nelle acque del Giordano; in tale occasione Giovanni additò Gesù ai suoi seguaci come "l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo". E sottolineò il proprio rapporto di dipendenza affermando: "Egli deve crescere e io invece diminuire".

La scuola "separata" dei discepoli del Battista

La polemica fra discepoli del Battista e di Gesù sembra trasparire dai Vangeli nel passaggio in cui lo stesso Battista, pur convinto del carisma profetico di Gesù, non rimase altrettanto convinto della sua messianicità definitiva, tanto che, mentre era recluso nel carcere di Macheronte, inviò alcuni dei suoi più fidati discepoli a domandargli per suo conto se fosse Lui quello che doveva venire "o se si dovesse aspettare che venisse un altro Messia ancora".
« Gesù rispose: "Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella" ».

Oltre a Paolo di Tarso e ai contrasti con la comunità gerosolomita guidata da Giacomo, a Giovanni Battista bisogna guardare per capire perché il cristianesimo e l'ebraismo hanno percorso nella storia due cammini diversi. Paolo affermando la superiorità della grazia sulla legge, voleva solo liberare il messaggio cristiano dall'obbligo di seguire la cultura da cui era venuto. Il Battista non poté seguire Gesù, che aveva additato come l'Agnello di Dio, poiché fu arrestato da Erode e decapitato su richiesta di Erodiade, divenendo martire. Egli non venne, comunque, meno alla sua missione eliatica di riconciliare il cuore dei padri con quello dei figli. Il gruppo delle cosiddette colombe, che appartenevano al Sinedrio, come Nicodemo e Giuseppe di Arimatea, (il Battista era dunque dichiaratamente uno dei grandi sostenitori di Gesù, e nei primi anni dopo la resurrezione di Gesù non vi era alcuna differenza tra ebraismo e cristianesimo) e gli apostoli si recavano al Tempio per pregare e presenziare ai riti come ogni altro ebreo praticante. L'unica differenza consisteva nel fatto che credevano che il Messia atteso da Israele fosse Gesù di Nazareth.

Il Battista morì a causa della sua predicazione. Egli condannò pubblicamente la condotta di Erode Antipa, che conviveva con la cognata Erodiade; il re lo fece prima imprigionare, poi, per compiacere la bella figlia di Erodiade, Salomè, che aveva ballato ad un banchetto, lo fece decapitare.
La morte per decapitazione ha fatto sì che Giovanni Battista sia divenuto famoso anche come San Giovanni decollato. La celebrazione del martirio di Giovanni Battista o celebrazione di San Giovanni Decollato è fissata al 29 agosto (probabile data del ritrovamento della reliquia della testa del Battista). Molte chiese, luoghi di culto e città sono dedicate a questo santo.

La Numerologia è un incredibile strumento in grado di decifrare l’uomo, i suoi meccanismi profondi, i suoi cicli personali.