Un contadino tra i santi
Figlio di contadini, Serafino nacque a Montegranaro nelle Marche
nel 1540. Non ebbe possibilità di studiare dovendo, per vivere, condurre
al pascolo il gregge di un contadino. Morto il padre, assieme al
fratello maggiore, andò a lavorare in un cantiere di Loro Piceno.
Serafino, attratto dalla voglia di imparare, divenne amico della figlia
dell'impresario, avendola udita leggere ad alta voce.
Fu proprio la ragazza ad avvicinarlo al locale convento dei francescani
cappuccini, dove il giovane chiese poi di essere accolto. Fatto il
noviziato a Jesi, venne inviato ad Ascoli Piceno, dove trascorse quasi
tutta la vita adattandosi ai lavori più umili in casa e nell'orto. Il
suo motto era «La via per andare in su è quella di scendere in giù».
Semianalfabeta e un tantino maldestro, ebbe però il dono di saper
dialogare con la gente, trovando per tutti la parola giusta, condita
dalla sapienza divina che gli veniva dalla frequente orazione. Non solo,
ma anche quello di far fruttar l'orto in modo quasi... sospetto: il suo
lavoro seppure assiduo, non giustificava tanta messe: attorno c'era
aria di miracolo...
Ascoli, che ormai lo amava come padre e amico, pianse a lungo la sua
morte, che avvenne all'età di sessantaquattro anni, nel 1604. La voce
del popolo che lo voleva santo giunse anche all'orecchio di Paolo V, il
quale autorizzò l'accensione di una lampada votiva davanti alla sua
tomba, prima ancora che fosse ufficialmente riconosciuto santo.
MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Ascoli, san Serafino da Montegranaro (Felice)
de Nicola, religioso dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che, vero
povero, rifulse per umiltà e pietà.
fonti wikipedia e vaticane
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