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«Mentre il venerabile padre [san Benedetto] fissava con intensità
il suo sguardo su questo fulgore di luce, vide l'anima di Germano,
vescovo di Capua, portata dagli angeli in cielo dentro una sfera di
fuoco» (san Gregorio Magno, Dialoghi).
Il VI secolo è molto
importante per lo sviluppo dell'organizzazione della Chiesa in Italia.
Si fa strada la distinzione tra la diocesi, presente nelle città, e la
pieve, nelle zone rurali. Emergono inoltre alcune figure di vescovi che
sono ricordati da san Gregorio Magno come uomini di Dio in gradc di
svolgere la cura d'anime continuando a tendere alla perfezione cristiana
e alla contemplazione.
Nato nel V secolo da famiglia agiata,
Germano si privò dei suoi beni per darli ai poveri. Condusse poi vita
ascetica fino al 516, quando venne eletto vesccvo di Capua. Amato nella
sua diocesi, svolse una missione diplomatica particolarmente deli-cata.
Su mandato di papa Ormisda si recò a Costantinopoli per cercare di
mettere termine allo scisma iniziato dal patriarca Acacio. Nel tentativo
di giungere all'unità con quanti si rifiutavano di accettare il
concilio di Calcedonia, il patriarca aveva composto una formula di
unione respinta da papa Felice Il e dalle chiese d'Occidente. La
trattativa cui partecipò Germano andò a buon fine.
L'imperatore Giustino e il patriarca Giovanni sottoscrissero il
documento proposto da papa Ormisda e venne superata una divisione che
durava ormai da due aenerazioni. Ritornato nella sua diocesi, il vescovo
condusse vita ascetica fino alla morte, avvenuta nel 541. Per
gratitudine i fedeli Io seppellirono nella chiesa di Santo Stefano e lo
venerarono come santo.
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