Una affermazione della numerologia avanzata da alcuni praticanti conclude che, dopo osservazioni empiriche e investigazioni, attraverso lo studio dei numeri l'uomo potrà scoprire aspetti segreti di sé stesso e dell'universo.

mercoledì 10 febbraio 2021

Un po' di cultura

 Esoterismo è un termine che viene applicato da Aristotele all’insegnamento da lui impartito a discepoli già forniti di un alto grado di istruzione. Il termine assume a poco a poco il significato di “permesso di entrare dall’esterno all’interno”, e quindi sta a indicare quelle dottrine di carattere segreto i cui insegnamenti sono riservati agli adepti, ai quali soltanto è consentita la rivelazione di una verità occulta e di un significato nascosto. Esso è contrapposto a essoterico, che è il sapere a cui hanno accesso tutti indistintamente. 





Alcune scuole addirittura distinguono un ulteriore ambito di conoscenza, intermedio tra i due, detto mesoterico. Esoterismo a sua volta va distinto da occultismo, termine che deriva dal De Occulta Philosophia di Cornelio Agrippa, un insieme di ricerche su astrologia, alchimia, magia, cabala, e che indica ogni pratica relativa a tali scienze, e quindi le procedure operative ed effettive dell’esoterismo – che si riferirebbe invece più specificamente alla forma di pensiero che sottende la pratica. In senso più stretto, occultismo si riferisce alla scuola di pensiero e operativa di Eliphas Levi.Secondo Faivre ,titolare della cattedra di “Storia delle correnti esoteriche e mistiche nell’Europa contemporanea” presso la Ecole pratique des hautes éstudes della Sorbona, l’esoterismo è una forma di pensiero che nell’Occidente moderno è definito da sei caratteri fondamentali, quattro intrinseci:
• il principio di corrispondenza, ovvero dell’interdipendenza del tutto, in virtù del quale l’ordine microcosmico rispecchia e traduce l’ordine macrocosmico;
• la Natura viva, la conoscenza della quale schiude l’accesso alla rete di simpatie, attrazioni e repulsioni che la regolano in guisa appunto di un organismo vivente;
• l’immaginazione come organo di conoscenza visionaria di sé, del mondo, del mito, di Dio, e che pertanto fa da mediazione nel passaggio tra micorcosmo e macrocosmo, tra umano e divino;
• l’esperienza della trasmutazione, intesa sia in senso materiale come trasformazione di una sostanza comune in una preziosa, che in senso spirituale, come passaggio ad un piano superiore dell’Essere;
e da due accessori:
•la pratica della concordanza, che consiste nello stabilire denominazioni comuni tra due o più tradizioni diverse, se non tra tutte le tradizioni, arrivando a un”unità fondamentale delle religioni;
•la pratica della trasmissione, in virtù della quale la vera conoscenza viene trasmessa attraverso una “filiazione” la cui autenticità non deve lasciar dubbi, e che pertanto richiede da parte del discepolo il sottoporsi a dei rituali di iniziazione.
Detto questo, è impossibile risalire all’inizio delle tradizioni esoteriche dell’Occidente, che sovente si richiamano alla religione egiziana, all’orfismo, al pitagorismo, ad Atlantide, ai Templari, ai Rosacroce, e via di seguito. Il termine Teosofia, composto dal greco theos, dio e sophia, sapienza, indica la scienza di Dio, e quindi ogni sistema il cui fondamento primo sia un’illuminazione metafisica trascendente, ed in un certo senso comprende in sé sia la mistica che l’esoterismo. Il teosofo sarà un individuo che ha avuto il privilegio di ricevere contatti che lo trasportano nel cuore stesso dell’Essere e di rispondere, grazie a questa conoscenza diretta del Divino, in modo logico e coerente a tutti i problemi dell’umanità. Pertanto la Teosofia non è conoscenza astratta ma, attraverso l’imaginatio, la riappropriazione del simbolo e la rimitizzazione del quotidiano, diventa trasformazione della pratica, che si basa sul rapporto fondante con l’Assoluto. La Teosofia pone all’inizio un Assoluto impersonale, dal quale procedono, lungo la scala dell’Essere, il Dio manifestatosi e poi tutte le cose. Mentre il teosofo va da Dio verso la natura concreta, il pansofo va dalle cose verso Dio, in quanto la conoscenza di quelle gli conferisce l’accesso alla Verità ultima, e in questo si avvicina molto al panteista, che vede Dio in tutte le manifestazioni della realtà.

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