Oggi ci prepariamo ad un weekend di fuoco domani ci saranno 33 gradi, mi raccomando nelle ore più calde idratatevi, rimanete al fresco, non abbandonate gli animali, non lasciateli in macchina, portateli con voi, e non mettetevi in viaggio nelle ore più roventi.
S. Pietro dopo la Pentecoste, ricolmo di Spirito Santo, andava
ovunque predicando che il tempo della salvezza era giunto ed era
necessaria la fede in Gesù Cristo, per avere la vita eterna. Un giorno
che l'Apostolo andava insegnando tali verità in Antiochia ad un numero
ristretto di persone, scorse fra esse un giovanetto di bella presenza,
di intelligenza svegliata e di cuore puro: si chiamava Apollinare.
Allorché Pietro si trovò solo, se lo chiamò vicino, e con modi paterni,
aiutato dalla grazia di Dio, finì per conquistarlo totalmente alla fede.
I genitori del giovanetto, ancora pagani, dopo varie resistenze,
apersero le porte alla grazia divina: non solo si fecero cristiani, ma
permisero al figlio di seguire l'Apostolo. E quando S. Pietro partì per
Roma, Apollinare, che aveva udito e gustato tutta la bellezza
dell'apostolato cristiano, volle seguirlo per diffondere la vera, unica,
divina religione, la sola che poteva rendere felici dando ai fedeli un
premio eterno.
A Roma attese maggiormente a istruirsi e ad accrescere l'amore verso le
cose celesti. I suoi progressi furono così mirabili che S. Pietro lo
credette degno di essere sacerdote e vescovo della Chiesa.
Da Roma il Santo fu inviato nella diocesi di Ravenna, perchè col suo
zelo reggesse quella Chiesa che già vi era formata e conquistasse alla
fede gli altri infedeli. Ed egli lavorò instancabilmente, con uno zelo
degno di un apostolo di Cristo.
Ma le conversioni che egli operava ed i miracoli che faceva gli
attirarono le ire e la persecuzione dei pagani. Tutto egli sopportò per
amore del suo Dio.
Gli fu intimato anche di non predicare; ma come poteva egli contenere il fuoco ardente della verità che gli bruciava in petto?
Un giorno Apollinare guarì la moglie di un tribuno e poi la battezzò col
marito e tutti quei di casa. Saputa tal cosa, il governatore fece
arrestare il Santo e condottolo nel tempio di Giove: « Sacrifica,
gl'impose, se hai cara la vita ». « No, rispose l'amante di Cristo, non
voglio sacrificare: meglio sarebbe l'usare del vostro oro e argento a
sollievo dei poveri, invece d'adoperarlo per onorare demoni ». Spiacque
tal risposta ai pagani, per cui fu battuto e lasciato quasi morto.
Avvenne pure che un altro giorno risuscitasse una figlia di un certo
Rufo, patrizio di Ravenna, e che stupiti a tal fatto molti si
convertissero. Allora lo stesso imperatore diede ordine al prefetto di
costringere Apollinare a sacrificare agli dèi, ed in caso di rifiuto, di
esiliarlo. Rifiutò infatti il Santo, e per questo, dopo essere stato
crudelmente battuto, fu fatto imbarcare per l'esilio. Ma a causa di una
tempesta il naviglio naufragò. Apollinare e due soldati che poi
ricevettero il Battesimo poterono salvarsi.
Ritornò il nostro Santo alcun tempo dopo a Ravenna, ove compì altri
prodigi e nuove conversioni: ma non potendolo più sopportare, i pagani
presero il santo Vescovo e lo batterono in modo così barbaro che per le
piaghe riportate spirò dopo sette giorni di spasimo. Era l'anno 70 dopo
Cristo.
PRATICA. La nostra fede sia la nostra gloria: teniamoci pronti a difenderla dai nemici.
PREGHIERA. Dio, rimuneratore delle anime fedeli, che consacrasti
questo giorno col martirio del tuo beato sacerdote Apollinare, deh! fa'
che noi tuoi servi conseguiamo il perdono per le sue preghiere.
Ricordate che abbandonare, seviziare, maltrattare animali è un reato, quindi fate le persone civili, segnalate eventuali abusi, agli organi competenti.
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