Sperando di ripristinare subito la linea ci scusiamo per il disagio vi aspetto stasera in tv.
Nato nel 1062-1063 da una nobile famiglia sveva e avviato alla
carriera ecclesiastica, fu prima al servizio di Vladislao, figlio del
duca di Polonia Boleslao II.
Intorno al 1090 entrò al servizio di Enrico IV, di cui fu capellanus nel
1097-1102, anno nel quale l'imperatore lo nominò vescovo di Bamberga;
in questo periodo si occupò della continuazione dei lavori della
cattedrale di Spira. Dando prova di una decisa attitudine diplomatica,
che peraltro nel 1105 gli valse l'incarico di negoziare la pace con il
papa, egli chiese l'approvazione di Pasquale II e ne ottenne l'impegno a
consacrarlo. Nel 1105-1106 fu tra i sostenitori di Enrico IV che
passarono ad Enrico V, convinti della necessità di por fine alla
contrapposizione con la Chiesa di Roma (questa politica, di fatto, segnò
i primi anni del nuovo re di Germania). Nel 1106, delegato a Roma anche
in vista di questo obbiettivo, fu solennemente consacrato ad Anagni da
Pasquale II.
La sua lealtà nel servitium regis comunque non conobbe
tentennamenti dopo gli eventi del 1111 (tanto che Bamberga continuò ad
essere luogo di sosta di Enrico V), e nell'autunno 1121 Ottone partecipò
a Wiirzburg all'assemblea che sancì la pace fra l'imperatore e i grandi
del regno e preparò le trattative di Worms. Nel 1109 fondò il monastero
di Priifening, che qualche anno dopo attribuì ai monaci riformati di
Hirsau. Nel 1124 e nel 1128 svolse missioni di apostolato in Pomerania,
su incarico di Boleslao di Polonia, che intendeva consolidare la propria
signoria sulla regione, e per questo è passato alla storia come
l'apostolo della Pomerania. Come vescovo di Bamberga si distinse per una
intensa politica di promozione dei burgenses; forse diede l'impulso al
superamento di una stagnazione nell'importante scuola della cattedrale.
Morì a Bamberga il 30 giugno 1139 e fu canonizzato nel 1189. La
tradizione agiografica relativa a Ottone è abbastanza complicata e resta
valida l'avvertenza della BHL: «Mala fata habuisse libros de vita et
rebus gestis Ottonis monuit v. cl. HolderEgger». Sarebbe troppo lungo
affrontare le questioni poste dai singoli testi, che comunque, nella
loro generalità, possono essere ascritti ai secc. XII-XIII. Sono
documenti molto interessanti, in quanto insistono sull'attività di
apostolato di Ottone in Pomerania e in Rutenia e sono ricchi di
informazioni sulle usanze e sulle religioni indigene; non cercano
neppure di nascondere che l'opera di Ottone (conversioni e battesimi di
massa) fu preceduta, affiancata e seguita dall'azione armata del duca di
Polonia e, quando capitava, dallo sterminio dei pagani; sottolineano
che Ottone non si presentò umile e povero per convicere i Pomerani della
superiorità del cristianesimo, ma in tutto lo splendore e la pompa
possibile perché — dice una Vita — i pagani disprezzavano gli indigenti e
apprezzavano la ricchezza, o perché — come scrive un'altra Vita — così i
Pomerani non avrebbero avuto motivo di credere che il suo apostolato
potesse essere solo un pretesto per arricchirsi con i loro beni.
L'opera missionaria di Ottone si articola tra distruzioni di templi e
statue, rivolte urbane, conversioni e apostasie collettive, punizioni
divine che paralizzano i malintenzionati o schiacciano loro la testa
contro il muro, miracoli di tipo punitivo (per il mancato rispetto delle
regole di vita cristiane), per consolidare la cristianizzazione ma
anche terapeutico (risana soprattutto i pazzi), e indicazioni dagli
interessanti risvolti penitenziali su come Ottone affrontava il problema
della cristianizzazione.
È notevole il racconto breve e intenso degli sforzi compiuti
dall'episcopio di Bamberga, e soprattutto dalla prediletta abbazia di S.
Michele, per ottenerne la canonizzazione: una vera e propria miniatura
di come andassero questi affari, con ripetuti viaggi a vuoto presso la
corte papale e l'immediato accoglimento delle richieste nell'unica
occasione nella quale il promotore (l'abate di S. Michele), munito di
lettere imperiali, si cura di arrivare a Roma «con tutti gli oggetti
preziosi d'oro e d'argento che aveva»; la canonizzazione è celebrata in
tutta solennità nel 1189 a Wiirzburg, in occasione della prima curia
regis di Enrico VI, e il resoconto è seguito da un elenco di
testimonianze di miracoli (indemoniate, indemoniati, frenetici), quasi a
certificare ulteriormente la giustezza dell'elevazione agli altari di
Ottone. Nel XVII sec.
Ottone è attestato come guaritore delle febbri e del morso dei cani
rabbiosi, con due specifici ordines «benedicendi vinum» e i
corrispondenti elenchi di miracolati.
Non dimenticate di chiamare i numeri che verranno dati durante la diretta, per il terno fortunato, e di interagire con noi a mezzo della chat del famoso social facebook, ci scusiamo per il disagio a stasera.
Fonti Wikipedia e Vaticane
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