Il Giovedì Santo si celebra il rito della benedizione degli olii
santi durante la Messa del Crisma ricordando l'ultima Cena del Signore
dando così inizio al Triduo Santo.
Nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non
dobbiamo avere paura è "solidarietà", saper mettere, cioè, a
disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché
solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà
frutto». La sorgente di questo dono per la Chiesa e per ogni singolo
credente è la Mensa Eucaristica nella quale la comunità radunata nel
nome del Padre, del Figlio e dello Spirito, ripetere il gesto compiuto
da Gesù con l'istituzione del Sacramento dell'Altare.
Il comando di Gesù rivolto ai suoi discepoli chiamati a perpetuare
quanto da lui stesso compiuto nel cenacolo si prolunga poi nel segno
della lavanda dei piedi, tanto che lo stesso Maestro e Signore dice ai
suoi commensali: «Vi ho dato l'esempio perché come ho fatto io facciate
anche voi». Così facendo pone una relazione profonda e indisgiungibile
tra l'Eucaristia, sacramento della sua offerta sacrificale al Padre per
la salvezza del mondo, e il comandamento dell'amore che si traduce nel
servizio incondizionato, sino al dono della vita, ai fratelli.
Dall'Eucaristia la Chiesa trae la sua origine permanente e
all'Eucaristia essa deve fare ritorno in ogni istante della sua
esistenza e della sua missione perché possa essere e crescere secondo il
pensiero e il disegno di Dio. Del resto «la Chiesa è stata fondata,
come comunità nuova del Popolo di Dio, nella comunità apostolica di quei
dodici che, durante l'ultima cena, sono divenuti partecipi del corpo e
del sangue del Signore sotto le specie del pane e del vino. Cristo aveva
detto loro: "Prendete e mangiate...", "prendete e bevete". Ed essi,
adempiendo questo suo comando, sono entrati, per la prima volta, in
comunione sacramentale col Figlio di Dio, comunione che è pegno di vita
eterna.
Da quel momento sino alla fine dei secoli, la Chiesa si costruisce
mediante la stessa comunione col Figlio di Dio, che è pegno di pasqua
eterna». La ricchezza di questo mistero di salvezza è sapientemente
raccolta in un'opera in avorio che fa parte di una collezione più vasta
di tavolette eburnee istoriate, molte delle quali illustrano scene
dell'Antico e del Nuovo Testamento, probabilmente costituenti nel loro
insieme un paliotto d'altare. Oggi sono conservate al Museo S. Matteo di
Salerno.
La "tavola" qui illustrata è divisa in verticale in due scene distinte e
complementari. La parte superiore è occupata dall'episodio della
moltiplicazione dei pani e dei pesci, chiaro rimando al mistero
eucaristico. Gesù è intento a consegnare il pane moltiplicato ai suoi
discepoli che a loro volta lo distribuiscono alla folla. La parte
inferiore è invece costituita a sua volta da due scene. Innanzitutto
l'ultima cena, in cui possiamo vedere Gesù seduto assieme ai suoi
discepoli a una tavola imbandita con al centro un grande pesce, simbolo
cristologico ed eucaristico, poco prima di annunciare il tradimento di
Giuda. Poi ecco la lavanda dei piedi, lì dove Gesù, dopo aver deposto la
veste su uno sgabello posto alle sue spalle ed essersi cinto di un
asciugatoio, lava i piedi a Pietro e agli altri discepoli. Il suo gesto
ha una forte connotazione liturgica e richiama immediatamente ciò che
durante la celebrazione della Cena Domini compie il sacerdote quando
ripete l'azione compiuta da Gesù nel cenacolo.
Le due scene sono strettamente relazionate e celebrano un solo mistero:
«Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di
passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel
mondo, li amò sino alla fine». Verso Cristo, il quale «ci nutrisce con
tutto il sangue del suo corpo e del suo cuore, sotto il peso di inauditi
dolori, pressato come in un torchio, solo per la forza del suo amore
infinito» (M. S. Scheeben), si muove il cuore della Chiesa alla quale il
Maestro «prima di consegnarsi alla morte, affidò il nuovo ed eterno
sacrificio, convito nuziale del suo amore» (Preghiera Colletta).
Non mancate domani verranno inseriti i numeri fortunati, da giocare speriamo che la fortuna baci qualcuno per poter festeggiare una Santissima Pasqua
Buon Giovedi Santo
fonti wikipedia e vaticane
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