Con questo tempo che bene alla salute non fa, non basta 1 sola tazzina di caffè ma ci vorrebbe una damigiana ancra poco e forse il bel tempo arriverà.
Si era alla fine del II secolo: ormai anche la decima ed ultima
persecuzione volgeva al termine, quando un nuovo uragano stava per
scatenarsi contro la Chiesa.
Ma Dio, sempre vigile e provvido,
già preparava il vincitore di questa battaglia nella persona del grande
dottore S. Atanasio. Nacque egli nel 296 da nobili e cristiani
genitori. Giovane ancora, ebbe sotto i suoi occhi l'austero e grande
spettacolo delle penitenze dei monaci d'Egitto; strinse pure relazione
coll'eremita S. Antonio, alla cui scuola apprese l'esercizio della virtù
e una magnanima fortezza d'animo, che sarà il suo baluardo contro le
molteplici persecuzioni dei suoi nemici ariani.
Intanto S.
Alessandro, patriarca di Alessandria, ammirato della santità e della
scienza del giovane Atanasio, lo volle con sè; e dopo non molto tempo,
vedendo i di lui mirabili progressi nell'interpretazione delle Sacre
Scritture, lo ordinò sacerdote. Fu allora che il grande Dottore, conscio
della sua grave responsabilità, si diede con maggior slancio agli studi
sacri, divenendo, in breve, celebre per i suoi scritti. Intanto
l'uragano che minacciava la Chiesa era scoppiato. Ario, uomo turbolento,
negava pubblicamente l'unione con sostanziale di Gesù Cristo col Padre;
per lui il mistero adorabile di un Dio fatto uomo e morto per noi non
era che un sogno vano!
Certo, nulla di più deleterio poteva
esservi di queste empie dottrine, che ben presto si estesero tra fedeli.
A scongiurare un sì grave pericolo si convocò il Concilio di Nicea.
Atanasio vi andò col vescovo Alessandro. Egli aveva pregato e studiato a
lungo, e quando, giunto a Nicea, per invito del suo vescovo salì la
cattedra, cominciò con tale ardore la confutazione dell'empia eresia, e
fu Così limpido e così efficace il suo discorso, che appena ebbe finito,
tutti i vescovi che presiedevano al concilio, in numero di 300, si
alzarono e unanimi fumarono la condanna di Ario, proclamando Gesù Cristo
consostanziale al Padre cioè figlio di Dio, perciò Dio anche Lui.
La vittoria era completa, ma questa per il grande Atanasio fu l'inizio
di lotte continue, che non avrebbero avuto fine che con la sua morte.
Le persecuzioni di ogni sorta non smossero il grande Dottore dall'opera
intrapresa, che divenne anzi più attiva quando alla morte di S.
Alessandro dovette, per volontà di tutto il popolo, occuparne la sede
episcopale.
Da quel giorno tutte le forze del nuovo Vescovo
furono dirette contro l'Arianesimo. Cinque volte fu esiliato dalla sua
sede, ma nulla mai potè vincerlo; troppo forte era il suo amore a Gesù
Cristo per il quale avrebbe dato volentieri tutto il suo sangue.
Oltre che con la parola, difese la fede cattolica anche con gli scritti
che sono numerosi. Morì pieno di meriti nel 373 a 76 anni di età, 46
dei quali trascorsi nella sede episcopale.
PRATICA. Da S. Atanasio dobbiamo imparare la fermezza nella fede cattolica anche in mezzo alle avversità della vita.
PREGHIERA. Deh!
Signore, esaudisci le nostre preghiere che ti indirizziamo nella
solennità del, tuo beato confessore e vescovo Atanasio; e per
intercessione dei meriti di lui che seppe degnamente servirti, assolvici
da tutti i peccati.
MARTIROLOGIO ROMANO. Memoria di
sant’Atanasio, vescovo e dottore della Chiesa, di insigne santità e
dottrina, che ad Alessandria d’Egitto dai tempi di Costantino fino a
quelli dell’imperatore Valente combattè strenuamente per la retta fede
e, subite molte congiure da parte degli ariani, fu più volte mandato in
esilio; tornato infine alla Chiesa a lui affidata, dopo aver lottato e
sofferto molto con eroica pazienza, nel quarantaseiesimo anno del suo
sacerdozio riposò nella pace di Cristo.
Speriamo nella clemenza del bel tempo
Fonti Wikipedia e Vaticane
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