Per i numeri visti i problemi di
linea riscontrati in questo periodo consigliamo di chiamare i numeri che
usciranno durante la trasmissione, sia che siano dirette o repliche.
S. Romualdo nacque a Ravenna dalla nobile famiglia degli Onesti: i
costumi del casato però non corrispondevano al nome. Il duca Sergio,
padre del nostro Santo, uomo irascibile e per nulla religioso, venuto in
lite con un parente per il possesso di un podere, lo sfidò a duello.
Romualdo sebbene aborrisse lo spargimento di sangue, costretto dal
padre, dovette assistere a quell'atto irragionevole che terminò
coll'uccisione dell'avversario. A quella vista il suo cuore inorridì e
corse a nascondersi nel monastero di Classe presso Ravenna, per
riparare, con quaranta giorni di penitenza, l'omicidio commesso dal
genitore.
Finita quella quaresima, si sentì mutato; le esortazioni di un frate
laico e di due visioni di S. Apollinare, lo decisero a vestire l'abito
religioso in quel monastero.
Trascorsi tre anni, abbandonò il paese natio e recatosi in una
solitudine vicino a Venezia, si pose sotto la direzione di un celebre
eremita chiamato Marino. Dopo vent'anni di tirocinio, Romualdo in
compagnia del maestro e di alcuni nobili veneziani, passò in Francia.
fermandosi nei dintorni di S. Michele di Cusa.
Colà prese a progredire mirabilmente di virtù in virtù, superando lo
stesso Marino, e molti, ammirando il suo tenore di vita, venivano a
mettersi sotto la sua guida. Ivi pure dovette sostenere terribili lotte
col demonio, che gli dipingeva in mille modi le difficoltà della vita
religiosa, la fragilità della nostra debole natura e l'enorme fatica che
ci vuole per giungere a piacere davvero al Signore. Il Santo tutto
vinse con la mortificazione e la preghiera.
Dalla Francia tornò nuovamente in Italia ed ebbe la consolazione di constatare la conversione del duca suo padre.
Avuto intanto notizia che il suo discepolo Brunone di Querfurt era stato
coronato del martirio in Russia, bramando anch'egli di versare il suo
sangue per la fede, s'incamminò verso quelle regioni. Ma una grave
malattia lo arrestò nell'Ungheria ed egli, scorgendovi un segno della
volontà divina, fece ritorno in Italia.
Riprese quindi le fondazioni e le visite ai monasteri. Un giorno ad
Arezzo s'incontrò con un conte aretino di nome Maldolo, padrone di una
casa e di una magnifica selva che dal suo nome si chiamava CaMaldoli. Il
conte, conosciuto chi fosse quel venerando pellegrino, gli manifestò
una visione avuta e gli donò casa e selva. Romualdo, giudicando quella
località adattissima per i suoi, ridusse la casa ad ospizio e vicino
costruì un eremo per i religiosi contemplativi. Diede loro, con qualche
modificazione, la regola benedettina e dal nome del luogo li denominò
Camaldolesi.
Il santo vegliardo fondò ancora un altro cenobio nella valle di Castu, e
vicino a questo si costruì una cella romita per passarvi gli ultimi
anni. Quivi, affranto, mori il 19 giugno 1027 a 120 anni. La festa
odierna ricorda la traslazione delle sue reliquie nella chiesa di
Fabriano.
PRATICA. Imitare S. Romualdo in questo suo bel consiglio: «Presto a letto e presto fuor di letto».
PREGHIERA. Dela! Signore, ci renda accetti l'intercessione del beato
abate Romualdo, affinchè quel che non possiamo coi nostri meriti, lo
conseguiamo per il suo patrocinio.
Ci scusiamo nuovamente per il disagio e vi aspettiamo per fornirvi i numeri fortunati
lunedì 29 marzo 2021
Argomento storico e importante
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La Numerologia è un incredibile strumento in grado di decifrare l’uomo, i suoi meccanismi profondi, i suoi cicli personali.
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