Non perdetevi la diretta di questa sera
Sebbene nata il 12 agosto 1591, si può dire che Luisa di Marillac è una Santa d'oggi e per oggi.
Proveniente da famiglia agiata, fin dalla fanciullezza frequenta gli
studi propri della sua età e diviene abile nello svolgere i lavori
domestici. Nella giovinezza prova una prima esperienza religiosa: vuole
entrare nelle Suore Cappuccine, ma l'idea non ebbe seguito soprattutto
per motivi di salute. A ventidue anni, morto il padre ed essendo già
orfana di madre, sposa Antonio Le Gras, uomo onesto e credente. Alla
fine di questo stesso anno diviene madre. Sempre fedele alla sua vita di
pietà e all'amore verso i bisognosi, ha la fortuna di trovare nel suo
cammino uomini che furono luminari nella sua epoca, come S. Francesco di
Sales, i cui consigli dovevano esserle di così grande conforto in
alcune difficoltà.
Vedova nel 1625 si vede libera di darsi interamente alla sua ardente vocazione: la carità verso i poveri. L'incontro con S. Vincenzo de' Paoli
darà il definitivo orientamento nella via del bene al quale vuole
consacrarsi. Parigi conosce lo zelo, l'ardente carità di questa donna.
Per opera di lei e per iniziativa di S. Vincenzo de' Paoli sorge la
Congregazione delle Figlie della Carità. Alle prime giovani contadine,
giacché furono bonnes filles de champ le sue prime Suore, così
diceva: «Onorate anche i malati e considerateli come i vostri padroni».
Il loro campo d'azione è vasto e si estende dalla strada, da cui
raccolgono gli infelici abbandonati, alle visite a domicilio,
all'assistenza ai poveri.
Nelle umili e faticose opere della carità le Figlie della Marillac erano
animate dai santi ideali che S. Vincenzo de' Paoli fissava nella prima
conferenza alla novella comunità: « Perfezionarsi senza sosta, per fare
sempre più e meglio, per divenire migliori e più sante, per sempre far
più bene attorno a sè »; e più tardi, parlando della regola che allora
s'iniziava: « Le Figlie della Carità avranno per monastero una casa di
malati, per cella una camera in affitto, per chiostro le strade della
città o le sale degli ospedali, per clausura l'obbedienza, per cancello
il timor di Dio, per velo la santa modestia ». Idee queste del tutto
rivoluzionarie in quell'epoca.
Passando gli anni le opere si moltiplicano: l'assistenza ai vecchi,
piccole scuole, ricoveri ai ragazzi senza tetto e il difficile
apostolato fra i galeotti.
La caratteristica dell'opera della Santa è stata l'unione di due generi
di vita: una solida e profonda pietà fondata sulla preghiera costante e
viva, e una carità ardente, che spinge all'azione, all'apostolato, a
darsi a tutti per l'amore di Dio. E questo nel lontano '600, quando tale
genere di vita religiosa era sconosciuto alle donne che si consacravano
a Dio. Le prime fatiche della Santa e delle sue compagne ebbero la
fortuna, cosa insolita nelle opere del Signore, di essere ricompensate
abbondantemente. Durante il primo anno di lavoro ben 760 persone
traviate furono ricondotte a Dio.
Nel febbraio del 1660 Luisa s'ammalò per non rialzarsi più. Sono giorni
di atroce sofferenza fisica: « Figlie mie, bisogna soffrire prima di
morire ». « Vivete da buone cristiane ». Queste le ultime due
raccomandazioni. Il giorno 15 marzo 1660 Luisa di Marillac s'addormenta
nel Signore.
Venne beatificata il 9 maggio 1920 e canonizzata l'11 marzo 1934 dal Papa Pio XI.
PRATICA. La carità ardente e lo zelo apostolico sono segni sicuri della divina predilezione.
PREGHIERA. O Dio, Nostro Signore, degnati d accendere nelle anime
nostre il fuoco della carità, per chè col suo bagliore possiamo
illuminare le vie di que sto mondo, come un giorni:, fece S. Luisa di
Marillac
Fonti wikipedia e Vaticane
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