Giovanni
Battista è l'unico santo, oltre la Madre del Signore, del quale si
celebra con la nascita al cielo anche la nascita secondo la carne. Fu il
più grande fra i profeti perché poté additare l'Agnello di Dio che
toglie il peccato del mondo. La sua vocazione profetica fin dal grembo
materno è circondata di eventi straordinari, pieni di gioia messianica,
che preparano la nascita di Gesù. Giovanni è il Precursore del Cristo
con la parole con la vita. Il battesimo di penitenza che accompagna
l'annunzio degli ultimi tempi è figura del Battesimo secondo lo Spirito.
La data della festa, tre mesi dopo l'annunciazione e sei prima del
Natale, risponde alle indicazioni di Luca. (Mess. Rom.)
Patronato: Monaci
Emblema: Agnello, ascia
Martirologio Romano: Solennità
della Natività di san Giovanni Battista, precursore del Signore: già
nel grembo della madre, ricolma di Spirito Santo, esultò di gioia alla
venuta dell’umana salvezza; la sua stessa nascita fu profezia di Cristo
Signore; in lui tanta grazia rifulse, che il Signore stesso disse a suo
riguardo che nessuno dei nati da donna era più grande di Giovanni
Battista.
Giovanni Battista è il santo più
raffigurato nell’arte di tutti i secoli; non c’è si può dire, pala
d’altare o quadro di gruppo di santi, da soli o intorno al trono della
Vergine Maria, che non sia presente questo santo, rivestito di solito
con una pelle d’animale e con in mano un bastone terminante a forma di
croce.
Senza contare le tante opere pittoriche dei più grandi artisti come
Raffaello, Leonardo, ecc. che lo raffigurano bambino, che gioca con il
piccolo Gesù, sempre rivestito con la pelle ovina e chiamato
affettuosamente “San Giovannino”.
Ciò testimonia il grande interesse, che in tutte le epoche ha suscitato
questo austero profeta, così in alto nella stessa considerazione di
Cristo, da essere da lui definito “Il più grande tra i nati da donna”.
Egli è l’ultimo profeta dell’Antico Testamento e il primo Apostolo di
Gesù, perché gli rese testimonianza ancora in vita. È tale la
considerazione che la Chiesa gli riserva, che è l’unico santo dopo Maria
ad essere ricordato nella liturgia, oltre che nel giorno della sua
morte (29 agosto), anche nel giorno della sua nascita terrena (24
giugno); ma quest’ultima data è la più usata per la sua venerazione,
dalle innumerevoli chiese, diocesi, città e paesi di tutto il mondo, che
lo tengono come loro santo patrono.
Inoltre fra i nomi maschili, ma anche usato nelle derivazioni femminili
(Giovanna, Gianna) è il più diffuso nel mondo, tradotto nelle varie
lingue; e tanti altri santi, beati, venerabili della Chiesa, hanno
portato originariamente il suo nome; come del resto il quasi
contemporaneo s. Giovanni l’Evangelista e apostolo, perché il nome
Giovanni, al suo tempo era già conosciuto e nell’ebraico Iehóhanan,
significava: “Dio è propizio”.
Nel Vangelo di s. Luca (1, 5) si dice che era nato in una famiglia
sacerdotale, suo padre Zaccaria era della classe di Abia e la madre
Elisabetta, discendeva da Aronne. Essi erano osservanti di tutte le
leggi del Signore, ma non avevano avuto figli, perché Elisabetta era
sterile e ormai anziana.
Un giorno, mentre Zaccaria offriva l’incenso nel Tempio, gli comparve
l’arcangelo Gabriele che gli disse: “Non temere Zaccaria, la tua
preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio che
chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno
della sua nascita, poiché sarà grande davanti al Signore” e proseguendo
nel descrivere le sue virtù, cioè pieno di Spirito Santo, operatore di
conversioni in Israele, precursore del Signore con lo spirito e la forza
di Elia.
Dopo quella visione, Elisabetta concepì un figlio fra la meraviglia dei
parenti e conoscenti; al sesto mese della sua gravidanza, l’arcangelo
Gabriele, il ‘messaggero celeste’, fu mandato da Dio a Nazareth ad
annunciare a Maria la maternità del Cristo: “Lo Spirito Santo scenderà
su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui
che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi anche
Elisabetta, tua parente, nella vecchiaia ha concepito un figlio e questo
è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile; nulla è
impossibile a Dio”.
Maria allora si recò dalla cugina Elisabetta per farle visita e al suo
saluto, declamò il bellissimo canto del “Magnificat”, per le meraviglie
che Dio stava operando per la salvezza dell’umanità e mentre Elisabetta
esultante la benediceva, anche il figlio che portava in grembo, sussultò
di gioia.
Quando Giovanni nacque, il padre Zaccaria che all’annuncio di Gabriele
era diventato muto per la sua incredulità, riacquistò la voce, la
nascita avvenne ad Ain Karim a circa sette km ad Ovest di Gerusalemme,
città che vanta questa tradizione risalente al secolo VI, con due
santuari dedicati alla Visitazione e alla Natività.
Della sua infanzia e giovinezza non si sa niente, ma quando ebbe un’età
conveniente, Giovanni conscio della sua missione, si ritirò a condurre
la dura vita dell’asceta nel deserto, portava un vestito di peli di
cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano
locuste e miele selvatico.
Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio (28-29 d.C.), iniziò la
sua missione lungo il fiume Giordano, con l’annuncio dell’avvento del
regno messianico ormai vicino, esortava alla conversione e predicava la
penitenza.
Da tutta la Giudea, da Gerusalemme e da tutta la regione intorno al
Giordano, accorreva ad ascoltarlo tanta gente considerandolo un profeta;
e Giovanni in segno di purificazione dai peccati e di nascita a nuova
vita, immergeva nelle acque del Giordano, coloro che accoglievano la sua
parola, cioè dava un Battesimo di pentimento per la remissione dei
peccati, da ciò il nome di Battista che gli fu dato.
Anche i soldati del re Erode Antipa, andavano da lui a chiedergli cosa
potevano fare se il loro mestiere era così disgraziato e malvisto dalla
popolazione; e lui rispondeva: “Non maltrattate e non estorcete niente a
nessuno e contentatevi delle vostre paghe” (Lc 3, 13).
Molti cominciarono a pensare che egli fosse il Messia tanto atteso, ma
Giovanni assicurava loro di essere solo il Precursore: “Io vi battezzo
con acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me è più
potente di me e io non sono degno neanche di sciogliere il legaccio dei
sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”.
E alla delegazione ufficiale, inviatagli dai sommi sacerdoti disse, che
egli non era affatto il Messia, il quale era già in mezzo a loro, ma
essi non lo conoscevano; aggiungendo “Io sono la voce di uno che grida
nel deserto: preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia”.
Anche Gesù si presentò al Giordano per essere battezzato e Giovanni
quando se lo vide davanti disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che
toglie il peccato dal mondo!” e a Gesù: “Io ho bisogno di essere
battezzato da te e tu vieni da me?” e Gesù: “Lascia fare per ora, poiché
conviene che adempiamo ogni giustizia”.
Allora Giovanni acconsentì e lo battezzò e vide scendere lo Spirito
Santo su di Lui come una colomba, mentre una voce diceva: “Questo è il
mio Figlio prediletto nel quale mi sono compiaciuto”. Da quel momento
Giovanni confidava ai suoi discepoli “Ora la mia gioia è completa. Egli
deve crescere e io invece diminuire” (Gv 3, 29-30).
La sua missione era compiuta, perché Gesù prese ad iniziare la sua
predicazione, aveva formato il gruppo degli apostoli e discepoli ed era
seguito da una gran folla; egli aveva predicato proprio per questo,
preparare un popolo degno, che accogliesse Gesù e il suo messaggio di
Redenzione.
Aveva operato senza indietreggiare davanti a niente, neanche davanti al
re d’Israele Erode Antipa († 40 d.C.), che aveva preso con sé la bella
Erodiade, moglie divorziata da suo fratello; ciò non era possibile
secondo la legge ebraica, la “Torà”, perché il matrimonio era stato
regolare e fecondo, tanto è vero che era nata una figlia Salomè.
Per questo motivo un giudeo osservante e rigoroso come Giovanni, sentiva
il dovere di protestare verso il re per la sua condotta. Infuriata
Erodiade gli portava rancore, ma non era l’unica; perché il Battesimo
che Giovanni amministrava, perdonava i peccati, rendendo così inutili i
sacrifici espiatori, che in quel tempo si facevano al Tempio, e ciò non
era gradito ai sacerdoti giudaici.
Erode fece arrestare e mettere in carcere Giovanni su istigazione di
Erodiade, la quale avrebbe voluto che fosse ucciso, ma Erode Antipa
temeva Giovanni, considerandolo uomo giusto e santo, preferiva vigilare
su di lui e l’ascoltava volentieri, anche se restava molto turbato.
Ma per Erodiade venne il giorno favorevole, quando il re diede un
banchetto per festeggiare il suo compleanno, invitando tutta la corte ed
i notabili della Galilea. Alla festa partecipò con una conturbante
danza anche Salomè, la figlia di Erodiade e quindi nipote di Erode
Antipa; la sua esibizione piacque molto al re ed ai commensali, per cui
disse alla ragazza: “Chiedimi qualsiasi cosa e io te la darò”; Salomé
chiese alla madre consiglio ed Erodiade prese la palla al balzo, e le
disse di chiedere la testa del Battista.
A tale richiesta fattagli dalla ragazza davanti a tutti, Erode ne rimase
rattristato, ma per il giuramento fatto pubblicamente, non volle
rifiutare e ordinò alle guardie che gli fosse portata la testa di
Giovanni, che era nelle prigioni della reggia.
Il Battista fu decapitato e la sua testa fu portata su un vassoio e data
alla ragazza che la diede alla madre. I suoi discepoli saputo del
martirio, vennero a recuperare il corpo, deponendolo in un sepolcro;
l’uccisione suscitò orrore e accrebbe la fama del Battista.
Molti testi apocrifi, come anche i libri musulmani, fra i quali il
Corano, parlano di lui; dai suoi discepoli si staccarono Andrea e
Giovanni apostoli per seguire Gesù. Il suo culto come detto all’inizio
si diffuse in tutto il mondo conosciuto di allora, sia in Oriente che in
Occidente e a partire dalla Palestina si eressero innumerevoli Chiese e
Battisteri a lui dedicati.
La festa della Natività di S. Giovanni Battista fin dal tempo di s.
Agostino (354-430), era celebrata al 24 giugno, per questa data si usò
il criterio, essendo la nascita di Gesù fissata al 25 dicembre, quella
di Giovanni doveva essere celebrata sei mesi prima, secondo quanto
annunciò l’arcangelo Gabriele a Maria.
Le celebrazioni devozionali, folkloristiche, tradizionali, sono diffuse
ovunque, legate alla sua venerazione; come tanti proverbi popolari sono
collegati metereologicamente alla data della sua festa.
S. Giovanni Battista, tanto per citarne alcune, è patrono di città come
Torino, Firenze, Genova, Ragusa, ecc. Per quanto riguarda le reliquie
c’è tutta una storia che si riassume; dopo essere stato sepolto privo
del capo a Sebaste in Samaria, dove sorsero due chiese in suo onore; nel
361-362 ai tempi dell’imperatore Giuliano l’Apostata, il suo sepolcro
venne profanato dai pagani che bruciarono il corpo disperdendo le
ceneri.
Ma a Genova nella cattedrale di S. Lorenzo, si venerano proprio quelle
ceneri (?), portate dall’Oriente nel 1098, al tempo delle Crociate, con
tutti i dubbi collegati.
Per la testa che si trovava a Costantinopoli, per alcuni invece ad
Emesa, purtroppo come per tante reliquie del periodo delle Crociate,
dove si faceva a gara a portare in Occidente reliquie sante e
importanti, la testa si sdoppiò, una a Roma nel XII secolo e un’altra ad
Amiens nel XIII sec.
A Roma si custodisce senza la mandibola nella chiesa di S. Silvestro in
Capite, mentre la cattedrale di S. Lorenzo di Viterbo,
custodirebbe il Sacro Mento. Risparmiamo la descrizione di braccia,
dita, denti, diffusi in centinaia di chiese europee.
Al di là di queste storture, frutto del desiderio di possedere ad ogni
costo una reliquia del grande profeta, ciò testimonia alla fine, la
grande devozione e popolarità di quest’uomo, che condensò in sé tanti
grandi caratteri identificativi della sua santità, come parente di Gesù,
precursore di Cristo, ultimo dei grandi profeti d’Israele, primo
testimone-apostolo di Gesù, battezzatore di Cristo, eremita, predicatore
e trascinatore di folle, istitutore di un Battesimo di perdono dei
peccati, martire per la difesa della legge giudaica, ecc.
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