Buona settimana a tutti dalle temperature direi che ci stiamo avviando verso l'inverno
Matilde di Hackeborn fu una monaca dell'abbazia di Helfta, la sua
esperienza mistica venne raccolta nel Liber Gratiae specialis. Fu una
confidente di una promessa della Madonna.
Matilde nacque tra il 1240 e il 1241 nel castello di Helfta, presso
Eisleben, in Sassonia. Apparteneva a una delle famiglie più nobili e
potenti della Turingia. A sette anni si recò, insieme alla madre, a far
visita alla sorella Gertrude,
allora badessa del monastero benedettino di Rodersdorf in Svizzera.
Rimase così innamorata del chiostro che i genitori acconsentirono alla
sua richiesta di rimanervi come educanda. La sua vocazione crebbe e la
giovane decise di divenire suora.
Nel 1258 il monastero fu trasferito ad Helfta in Germania. Qui Matilde
si distinse per pietà, umiltà, fervore. Passava il suo tempo tra
preghiera, lettura e lavoro manuale. Fu maestra delle educande e
consigliera spirituale delle monache, oltre che maestra di musica e di
canto (ebbe il titolo di domna cantrix e, per la sua splendida voce, il
Signore, nelle sue rivelazioni, la avrebbe definita «Il mio usignolo»).
Nel 1261 giunse ad Helfta una bambina di cinque anni di nome Gertrude,
probabilmente orfana. La giovane, affidata alle cure di Matilde, si
rivelò presto di personalità carismatica e di profonda intelligenza e
resterà nella storia con il nome di santa Gertrude la Grande o di
Helfta. A lei Matilde confessò le proprie visioni mistiche. Da queste
confidenze nascerà uno dei libri più noti della mistica medievale: il
"Libro della Grazia speciale" (Liber Gratiae specialis).
Nel 1271, anche l'anziana beghina Matilde di Magdeburgo venne accolta
nella comunità di Helfta, ove trascorse in serenità gli anni finali
della sua vita, lontano da calunnie e persecuzioni. Negli ultimi decenni
del XIII secolo, si respirava un clima particolare nel monastero di
Helfta, proprio per la presenza di monache eccezionali, autrici di opere
mistiche di altissimo profilo: oltre a Matilde di Hackeborn, Gertrude
di Helfta - a cui sono attribuite due opere: Legatus divinae pietatis
("Il messaggero della divina misericordia") e Exercitia Spiritualia
Septem ("Esercizi spirituali") - e infine Matilde di Magdeburgo, autrice
di Das fließende Licht der Gottheit ("La luce fluente della Divinità").
La loro opera letteraria è frutto di uno sforzo comunitario e
collaborativo, tanto che si è parlato persino di "Stile di Helfta" per
indicarla. Questi testi costituiscono il più ampio corpo unitario di
scritti mistici di autrici femminili del XIII secolo. Le loro autrici
mostrano di nutrirsi dello stesso clima spirituale: richiamo alla Sacra
Scrittura, alla tradizione patristica, agli autori cistercensi;
centralità dell'Eucaristia; sviluppo della mistica nuziale e devozione
verso il cuore di Gesù.
Verso la fine della sua vita, ella chiese alla Madonna un aiuto, di
aiutarla nell'istante della sua morte, quando l'anima abbandona il
corpo. La Madonna esaudí la sua supplica, chiedendole in cambio la
recita quotidiana delle "Tre Ave Maria", in modo da onorare la Trinità.
Matilde morì ad Helfta il 19 novembre 1298.
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