Tempo di sole e jogging, in questo periodo sempre più persone stanno attente alla linea, e si allenano con regolarità almeno è quello che vedo durante la giornata, con questo sole poi, viene proprio da farsela una bella passeggiata come si deve.
Mangiate tanta frutta e verdura per allontanare i malanni, e i malesseri tipici di questo mese, d'altronde come dice il proverbio ''Aprile dolce dormire''.
Cercare di riassumere la vita di Maria, che si presenta come una
composizione di Sofronio, vescovo di Gerusalemme, attribuzione contro la
quale non si è potuto portare alcun argomento decisivo, è farle perdere
tutto il suo sapore, la qualità principale per cui questo racconto ha
potuto avere qualche interesse; in effetti il suo carattere storico è
quasi inesistente anche se, come si dirà piú oltre, è stato costruito
intorno ad un iniziale nucleo reale: l'esistenza di una tomba di una
santa solitaria palestinese, forse proprio di nome Maria.
Zosimo,
ieromonaco di qualche laura palestinese, va, secondo l'abitudine, a
trascorrere una parte della Quaresima nelle profondità del deserto.
Credendo dapprima ad un'allucinazione si rende ben presto conto della
realtà della sua visione: una forma femminile cui l'ardore del sole ha
disseccato la pelle, senza altra veste che la sua capigliatura bianca
come la lana. Vedendo in questo incontro la volontà della Provvidenza,
Zosimo cerca di avvicinarla e vi riesce solo sulla riva di un torrente,
ma la sua interlocutrice non consente ad iniziaré ia conversazione prima
che il monaco le abbia lanciato il suo mantello per coprire la sua
nudità. Dopo essersi reciprocamente benedetti si mettono a pregare e
Zosimo vede Maria che levita nell'aria. Il monaco dubita allora di
trovarsi di fronte ad una macchinazione diabolica, ma Maria lo
tranquillizza chiamandolo per nome. Incitata da lui Maria comincia a
raccontare la sua vita.
Egiziana di origine, a dodici anni era
fuggita dalla casa paterna per condurre a suo agio ad Alessandria la
vita di peccato che l'ardone dei suoi sensi reclamava. Per diciassette
anni visse in questo stato. Un giorno, vedendo dei pellegrini che
s'imbarcavano per Gerusalemme, spinta dalla curiorità ed in cerca di
nuove avventure, si uní al gruppo, convinta che il suo fascino le
avrebbe permesso facilmente di pagarsi il prezzo del viaggio. I suoi
piaceri ebbero termine a Gerusalemme il giorno della festa della Croce:
ella voleva infatti come gli altri, entrare nella basilica, ma ogni
volta che tentava di varcarne la soglia una forza interiore glielo
impediva.
A questo punto sentí il richiamo del Giordano.
Uscendo
dalla città uno sconosciuto le diede tre pezzi d'argento che le
sarebbero serviti. ad acquistare pani che dovevano essere il suo ultimo
nutrimento terrestre duratole per almeno diciassette anni. Giunta a sera
sulle rive del Giordano ed avendo scorto il santuario di S. Giovanni
Battista, ella vi fece una visita per pregare e quindi si recò al fiume
per purificarsi. In seguito ricevette la Comunione eucaristica e con
questo viatico iniziò il suo lungo cammino nel deserto cammino che al
momento dell'incontro con Zosimo durava già da quarantasette anni.
Giunta
al termine del suo racconto autobiografico Maria pregò Zosimo di
ritornare l'anno dopo, la sera del giovedí santo in un luogo che ella
gli indicò sulle rive del Giordano, per portarle l'Eucarestia. Zosimo fu
fedele all'appuntamento e Maria traversò miracolosamente il fiume per
raggiungere il monaco. Dopo essersi comunicata ed avere rinnovato
l'appuntamento per l'anno successivo nel luogo del primo incontro presso
il torrente, Maria riprese la sua marcia nel deserto.
Tornando
l'anno dopo sulla riva del torrente Zosimo si credette da principio
solo, poi scorse a terra il corpo di Maria morta, rivestito ancora del
vecchio mantello da lui datole due anni prima. Una scritta sulla terra
gli rivelò alcuni aspetti del mistero: "padre Zosimo sotterra il corpo
dell'umile Maria; restituisci alla terra ciò che è della terra, aggiungi
polvere a polvere ed in nome di Dio prega per me; sono morta nel mese
di pharmouti, secondo gli egiziani, che corrisponde all'aprile dei
Romani, la notte della Passione del Salvatore, dopo aver partecipato al
pasto mistico".
Zosimo capí che Maria era già morta da un anno, il
giorno stesso in cui le aveva dato la s. Comunione. Si mise subito
all'opera per seppellire il corpo di lei, ma non aveva altro utensile
che un pezzo di legno; aveva appena cominciato a scavare che ebbe la
sorpresa di trovarsi a lato un leone che si dimostrò subito in grande
familiarità con lui e che in breve tempo, su richiesta del monaco, scavò
una fossa sufficiente a deporre Maria. Dopo aver ricoperto di terra il
corpo della santa, Zosimo ritornò al suo monastero, dove raccontò tutta
la storia all'abbà Giovanni l'egumeno e ai suoi confratelli per loro
edificazione.
Tutti sono concordi nel vedere in questa storia
soltanto una pia leggenda, come ha scritto H. Delehave: "una creazione
poetica, senza dubbio fra le piú belle di quante ci abbia lasciato
l'antichità cristiana".
Questa creazione letteraria, tuttavia, non è
tutta pura invenzione, essa non è che lo sviluppo di una tradizione
palestinese che vide la luce intorno alla tomba di una solitaria locale
esistita realmente. In effetti, nella Vita di Ciriaco, opera di Cirillo
di Scitovoli, l'autore racconta di una sua passeggiata nel deserto in
compagnia di un certo abbà Giovanni.
F. Delmas, dopo un accurato
controllo tra la Vita di Maria opera di Sofronio e, contemporaneamente
la Vita di Paolo di Tebe, scritta da s. Girolamo (in cui la parte di
Zosimo è sostenuta da un Antonio), ed il racconto del monaco Giovanni
nella l'ita di Ciriaco, cosí riassume le conclusioni del suo studio: "1)
il quadro generale della vita di s. Maria Egiziaca mi sembra ricalcato
sulla vita di s Paolo eremita. 2) la vita di s. Maria Egiziaca mi sembra
non essere altro che uno sviluppo retorico della vita di Maria inserita
negli Atti di s. Ciriaco".
Giovanni Mosco, cronologicamente
posteriore a Cirillo, presenta uno svolgimento diverso della leggenda di
Maria, ma malgrado le divergenze, le grandi linee dei due racconti sono
abbastanza simili perché si possa concludere per l'unicità del fatto
originario. al quale entrambi fanno riferimento. Sofronio, di cui
abbiamo già sottolineata la dipendenza da Cirillo, ha anche preso in
prestito qualche dettaglio da Giovanni Mosco, in particolare la
localizzazione della scoperta di Maria nel deserto al di là del
Giordano.
Non minore fu la popolarità di Maria in Occidente.
.
Culto liturgico.
I sinassari bizantini venerano Maria al 1° aprile, qualcuno al 3 o al 4
dello stesso mese. Questa data è in relazione con il supposto giorno
della morte di Maria, un giovedí santo nel mese di pharmouthi. A1 1°
aprile Maria figura anche nel Typikon della laura di S. Saba. I
calendari palestino-georgiani fanno di lei menzione il 1°, il 4 o il 6
dello stesso mese. Il Sinaiticus 34 (X sec.) la nomina per la terza
volta il 2 dicembre. Qualche calendario siriaco la menziona ancora il 1°
aprile. Il Sinassario Alessandrino di Michele, vescovo di Atr?b e Mal?g
le dedica una lunga notizia proveniente dalla Vita di Sofronio al 6
barmudah e la traduzione geez di questo Sinassario ha conservato la
stessa notizia al giorno corrispondente del 6 miyaziya. Il Calendario
marmoreo di Napoli menziona Maria al 9 aprile. I primi martirologi
occidentali medievali la ignorano e, a quanto sembra, Usuardo fu il
primo ad introdurla al 2 aprile nel suo Martirologio con lo stesso breve
elogio di s. Pelagia all'8 ottobre Pietro de' Natalibus le ha dedicato
un lungo capitolo de] suo Catalogus.
Il 2 aprile divenne quindi la data tradizionale della commemoraziohe di Maria in Occidente.
Autore: Joseph-Maria Sauget
da santiebeati.it
E mi raccomando fate tanti scherzi, cos'è il primo Aprile senza un bel pesce?
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