Benetornato Settembre porti con te l'autunno
Nacque da Sinibaldo, signore di Quisquina e discendente del re
Carlo Magno. I genitori si preoccuparono di educare la fanciulla nei
principi cristiani. E la piccola Rosalia corrispose alle cure dei
genitori. Devotamente attendeva alle pratiche di pietà, amava
teneramente la Madonna, e per la sua innocenza e bontà di cuore divenne
l'idolo dei genitori.
Conoscendo il pregio della verginità, generosamente si consacrò tutta al
suo sposo Gesù, mantenendosi illibata per tutta la sua vita. Crescendo
negli anni e venendo a conoscere quanto perfido sia il mondo e quanto
difficilmente un giglio possa conservarsi intatto tra il fango, fuggì
dalla casa paterna e si ritirò in una grotta nei crepacci del monte
Quisquina presso Palermo, per darsi all'unione perfetta col suo Sposo
Celeste.
Solo una pastorella conosceva il luogo del rifugio di Rosalia ed ogni
giorno le portava pane e latte. P difficile esporre a quali aspre
penitenze e digiuni si sottopose Rosalia. Si vede ancora la grotta in
cui dimorava. Vi si scende per una scala come in un sepolcro: umida,
oscura. Si conserva tutt'ora la pietra su cui riposava la Santa e sul
muro si vedono scolpite queste parole: a Io, Rosalia, figlia di
Sinibaldo, signore di Quisquina e di Rosa, per amore del Signore mio
Gesù Cristo scelsi di abitare in questa grotta ».
Non vi restò però molto tempo perché avvisata dal suo Angelo che se ivi
fosse restata presto sarebbe stata trovata dai suoi genitori, si diresse
verso il monte Pellegrino. Sulla sommità del monte gli Angeli le
indicarono una grotta che aveva un'apertura appena sufficiente per
entrarvi. La luce, penetrando in essa, ne rischiarava le nere pareti; il
suolo era talmente bagnato che a stento Rosalia trovò un angolo dove
riposarsi senza sprofondare nel fango.
Condusse quel genere di vita per vari anni, finché lo Sposo Divino la
chiamò a sò. Una viva luce in quella notte illuminò tutto il monte
Pellegrino. A tale improvviso prodigio tutta Palermo si scosse, non
conoscendone la ragione. Allora quell'umile pastorella che era stata a
parte dei segreti della Santa, corse in città ad annunziare la sua
morte. Fu trovata morta dai pellegrini il 4 settembre del 1165. Il
giorno seguente si radunò tutto il popolo ed in processione salirono a
prendere il prezioso corpo di S. Rosalia, trasportandolo trionfalmente
nella cattedrale.
D'allora in poi il Signore si degnò di glorificare la Santa con ripetuti
miracoli e il culto di lei andò sempre più crescendo nella città di
Palermo e fuori, tanto che quando la Sicilia nel 1625 fu desolata dalla
peste, con voce unanime quel popolo si volse a S. Rosalia, trasse le sue
reliquie dalla cattedrale, le portò processionalmente per la città ed
il terribile morbo parve.
PRATICA. Facciamo oggi una mortificazione per amor di Dio.
PREGHIERA. Esaudiscici o Dio, nostro Salvatore affinché come ci
rallegriamo per la festa della beata vergine Rosalia, così veniamo
ammaestrati nella vera devozione.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Palèrmo il natale di santa Rosalia, Vergine
Palermitana, discendente dal sangue regale di Carlo Magno, la quale, per
amore di Cristo, fuggì il principato paterno e la reggia, e, solitaria
nei monti e nelle spelonche, menò una vita celeste.
(LA) « Ego Rosàlia Sinibaldi Quisquinae Et Rosarum Domini Filia Amore D.ni Mei Iesu Christi In Hoc Antro Habitari Decrevi »
(IT) « Io Rosalia di Sinibaldo, figlia del Signore della Quisquina e del
Monte delle Rose, per amore del mio Signore Gesù Cristo, ho deciso di
abitare in questa grotta »
Godiamoci gli ultimi giorni di estate poichè il 23 settembre inizierà ufficialmente l'inverno
fonti vaticane e wikipedia
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