Buongiorno e buon weekend!Avete seguito la trasmissione ieri? Spero di si!
Oggì è San Martino I, buon onomastico a tutti i Martino!
La vita di questo martire del dovere, che con ammirabile eroismo
bevette fino all'ultima stilla il calice delle amarezze per la difesa
della Chiesa, dovette certamente apparir grande ai suoi contemporanei!
Martino nacque a Todi nell'Umbria e studiò a Roma, ove si rese celebre
per il suo sapere non meno che per le sue rare doti e virtù. Era appena
stato consacrato sacerdote quando Papa Teodoro lo mandò come nunzio a
Costantinopoli per tentare il richiamo dei Monoteliti all'unità della
fede. Ma morto pochi anni dopo il Papa (649), Martino fu richiamato a
Roma a succedergli.
Egli sali sulla Cattedra Apostolica col dolore di aver lasciato
l'Oriente in preda alle eresie ed alle più gravi ribellioni. Onde, per
prima cosa convocò il Concilio Lateranense, dove espose al venerando
consesso la triste situazione e condannò gli eresiarchi principali: il
patriarca Sergio, Paolo e Pirro; inoltre mandò un suo nunzio a
Costantinopoli.
I Monoteliti anzichè sottomettersi s'accesero maggiormente di rabbia e
tosto inviarono a Roma l'eresiarca Olimpio, coll'incarico di uccidere il
Pontefice, o almeno di impadronirsi della sua persona.
Non avendo potuto ottenere il loro scopo, ricorsero a mezzi ancor più
diabolici, calunniando il santo Pontefice presso l'imperatore, il quale,
già infetto di eresia, fu spinto ad assecondare i loro empi disegni.
Costante spedì tosto un secondo nucleo di satelliti che con la violenza e
con l'inganno riuscirono a legarlo, e nella stessa notte 8 giugno 654, a
imbarcarlo per Costantinopoli.
Colà giunto, dopo lungo e dolorissimo viaggio, fra privazioni e crudeli
trattamenti, il santo Pontefice provò con irrefragabili ragioni la sua
innocenza : ma invano. Costante tentò di costringerlo a sottoscrivere
gli editti già condannati, ma il Papa disprezzando la minaccia, l'esilio
e la morte stessa, rispose : « Non possumus ». Allora fu dai magistrati
vilmente spogliato delle insegne pontificie, incatenato ed esposto
all'infamia per le vie della città, mentre i fedeli gemevano. Fu poi
messo in prigione per alcuni mesi, finché il 10 marzo del 655 venne
deportato definitivamente in Crimea, per attendervi l'esecuzione della
sentenza.
Di là il santo Pontefice scriveva : « Vivo fra le angosce dell'esilio,
spogliato di tutto, lontano dalla mia sede; sostento il fragile mio
corpo con duro pane, ma ciò non mi importa. Prego continuamente Iddio
che, per intercessione dei Ss. Pietro e Paolo, tutti rimangano nella
vera fede. Confido nella divina misericordia che chiuderà presto la mia
mortale carriera... ». Il Signore esaudì la preghiera del santo
pontefice, che morì martire del dovere per la difesa della giustizia e
della verità, il 16 settembre del 665, dopo 6 anni di dolorosissimo
pontificato.
Il suo corpo venne sepolto provvisoriamente in una cappella della B. Vergine, e poco dopo trasferito a Roma.
PRATICA. Ricordiamo che le sofferenze di questa vita, sopportate con pazienza, ci aumentano i meriti.
PREGHIERA. Dio, che ci allieti ogni anno con la solennità del tuo
beato Martino Papa e martire, concedi, propizio, che mentre ne
celebriamo la festa ci rallegriamo della sua protezione.
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