Se avete seguito la diretta di ieri saprete che c'è una nuova terna in gioco, sperando che questo solo oltre al caldo porti anche fortuna.
Nacque a Verona, l'anno 1200. Benché i suoi genitori e tutti i
suoi parenti fossero manichei, il nostro Pierino, protetto dalla divina
grazia, rimase illeso da questa particolare religione, poiché a sette
armi fu mandato dal padre ad una scuola cattolica, ove assieme ai primi
elementi apprese la dottrina apostolica.
Un suo zio vedendo il grande amore del fanciullo per la religione cattolica, tanto fece che lo tolse da quella scuola.
Di comune accordo con il padre fu mandato all'Università di Bologna, ambiente allora di sfrenata scostumatezza.
Quanti fiori in mezzo a tanto marciume erano appassiti! Ma il giglio
olezzante di Pietro, la candida sua anima, fu dal Divino Giardiniere
serbata immacolata.
Stomacato per tanto male, decise di abbandonare tutto e tutti e si
chiuse nella pace del chiostro domenicano, sotto la guida del suo santo
Fondatore.
Suo principale studio era imitare i più fervorosi e cercare d'emularli.
Ancora novizio, cadde in una gravissima malattia, che mise in pericolo
la sua preziosa esistenza; per grazia di Dio superò questa crisi e,
nonostante rimanesse assai indebolito, s'applicò agli studi così che
meritò, ancora chierico, la cattedra di Sacra Scrittura e di teologia
del suo convento. Fin d'allora con grande sapienza e zelo difese la
dottrina cattolica e confutò gli eretici.
Consacrato sacerdote, fu un instancabile ministro della parola di Dio
nell'Italia Settentrionale e Centrale; migliaia erano le conversioni
ch'egli operava colla sua parola e innumerevoli le anime che indirizzò
alla santità.
A suggello del suo apostolato, egli chiese al Signore il martirio, ma
Gesù volle prima sottoporlo a un'altra prova, per meglio prepararlo a
questo atto eroico.
Fu accusato da alcuni confratelli d'aver introdotto nella sua cella
persone d'altro sesso ed essersi intrattenuto a lungo con esse.
Pietro senza punto affermare o negare, umilmente confessò d'essere un grande peccatore.
Il Superiore credendolo colpevole, gli proibì di predicare e lo mandò
come penitente al convento di Jesi. Ma l'innocenza trionfa sempre e
Pietro riconosciuto innocente fu d'allora in poi ammirato e venerato
dagli stessi accusatori. Fu pure premiato dal Signore, il quale infuse
nuova grazia alle sue prediche. Ma gli eretici vedendo l'immenso bene
che compiva, pensarono di togliergli la vita.
Conosciuta la via che avrebbe percorso per portarsi a Como, si posero in
agguato, e al suo passaggio, assalitolo a colpi di sciabola l'uccisero
il 6 aprile 1252. Prima di spirare balbettò una volta ancora il Credo,
mentre il dito della sua destra, intinta nel proprio sangue scriveva
nella sabbia: « Credo ».
PRATICA. — Cristiano, il Credo è il simbolo della fede cattolica che
professi: esso riassume la verità della religione. Recita tutti i giorni
questa ammirabile preghiera.
PREGHIERA. — Fa', te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che imitiamo la
fede del tuo martire Pietro quale per la dilatazione della stessa fede,
meritò di ottenere la palma del martirio.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Milano la passione di san Piétro, dell'Ordine dei Predicatori, Martire, ucciso dagli eretici per la fede cattolica
Un augurio a tutti i Pietro.
Fonti Vaticane e Wikipedia
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