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La chiesa abbaziale di San Zenone, o, come dicono i Veronesi, di
San Zeno Maggiore è uno dei monumenti più antichi e più gloriosi di
Verona. Accade spesso che sul corpo di un Martire o di un Santo, come su
un terreno particolarmente fertile, germogli una grande chiesa o
ributti uno svelto campanile.
A Verona, sul corpo miracoloso di San Zenone è fiorita la più bella
chiesa italiana dell'epoca romanica, con il boccio di pietra rosea
dell'elegante campanile. La vita di San Zenone, Santo veronese, è
avvolta nella leggenda.
Zeno nacque in Africa e visse intorno al IV secolo. Non si sa come e
quando, dalle sabbie africane, sia giunto sui dolci colli in riva
all'Adige, spinto dalla sua vocazione apostolica. In quei tempi,
l'imperatore Giuliano, detto l'Apostata, cercava di ristabilire il culto
degli dei pagani, combattendo il Cristianesimo, da lui rinnegato. I
primi barbari invasori dell'Impero erano poi ariani, cioè cristiani
eretici, fieramente avversi al Cattolicesimo.
Correvano quindi tempi brutti per la Chiesa e per il decimato gregge dei
fedeli. Ma la sua predicazione e il suo esempio furono più forti delle
imposizioni politiche e delle opposizioni settarie. I pagani convertiti,
gli eretici ravveduti, furono presto legione, e di San Zenone si poté
dire che « predicando condusse Verona al Battesimo ».
Eloquente, erudito, paterno, come appare dai suoi Sermoni, San Zenone fu
Vescovo esemplare. Ma oltre che perfetto pastore, egli fu anche un
prodigioso cane da guardia, che tenne lontani i lupi della sopraffazione
e le serpi dell'eresia; anzi, che lupi e serpi ridusse in miti e
obbedienti agnelli.
Nelle opere d'arte, fin da quelle più antiche, San Zenone è
rappresentato con un pesce in mano. Questo curioso simbolo ha un doppio
significato. San Zenone aveva rinunziato a tutte le sue ricchezze, per
distribuirle ai poveri. La sua povertà, sopportata con gioia, giungeva
spesso fino all'indigenza.
La leggenda narra così come il santo e umilissimo Vescovo pescasse egli
stesso nell'Adige il magro cibo per i suoi pasti frugali. Per questo
egli è considerato Patrono dei pescatori d'acqua dolce.
Ma il simbolo del pesce ricorda anche la frase che Gesù disse agli
Apostoli, prima d'inviarli in tutto il mondo a battezzare e a predicare
il Vangelo. « Sarete pescatori d'uomini». Anche San Zenone, come gli
Apostoli, fu pescatore infaticabile, e le anime da lui tratte nella rete
della Grazia furono infinitamente più numerose dei pochi pesci
destinati a sfamarlo.
Quando mori, verso il 380, era stato Vescovo per diciotto anni. Il
popolo, che volle dare l'estremo saluto alle sue spoglie, non poté
essere contenuto nella chiesa che San Zenone stesso aveva costruito,
fuor delle mura della città. Fu così che nacque l'idea della nuova
grande costruzione: quella chiesa meravigliosa con la quale si volle
onorare il Santo, e che misura la devozione e l'affetto dei Veronesi per
il loro glorioso Patrono.
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