SAN GABRIELE DELL'ADDOLORATA
San Gabriele dell'Addolorata, al secolo Francesco Possentifu un religioso della Congregazione della Passione di Gesù Cristo. Proclamato santo nel 1920 da papa Benedetto XV, la sua memoria liturgica è celebrata il 27 febbraio. È patrono della regione Abruzzo e della Gioventù cattolica italiana.
Undicesimo di tredici figli, Francesco nacque ad Assisi, città di cui il padre Sante Possenti era governatore e che allora faceva parte dello Stato Pontificio sotto Gregorio XVI prima e Pio IX dopo.
All'età di quattro anni sua madre Agnese Frisciotti morì, e la
famiglia seguì i vari spostamenti che la professione paterna comportava.
Questo fino a quando si stabilirono a Spoleto
dove Francesco frequentò gli insegnamenti dei Fratelli delle scuole
cristiane e dei Gesuiti.[ una lapide, posta sulla facciata della casa
spoletina del giovane Francesco,si trova in via Brignone.Al Santo
inoltre è stata dedicata una piazza,nella stessa città di Spoleto] Egli
conduceva una vita normale per un ragazzo della sua età e della sua
epoca. Era noto per la sua personalità affettuosa ed estroversa. Rischiò
una volta la vita in un incidente di caccia. Durante una malattia,
ancora ragazzino, promise di diventare religioso se fosse guarito. Guarì
due volte, ma egli procrastinò questo impegno. Francesco andava bene a
scuola, nonostante un'infanzia in cui vide la morte di tre sorelle e
soprattutto della madre. Come un normale ragazzo della sua età Francesco
attirava l'attenzione delle ragazze di Spoleto, città in cui la sua famiglia si era trasferita da Assisi.
Durante
la processione dell'icona del duomo di Spoleto, il 22 agosto 1856,
Francesco sentì una voce interiore (locuzione mariana) che lo invitava a
lasciare la vita borghese per farsi religioso passionista. Nonostante
le forti difficoltà presentategli dal padre, Sante Possenti, Francesco
fu in grado di vincere tutti i suoi argomenti e di persuaderlo della
natura genuina della sua vocazione religiosa.
Francesco prese i voti nella comunità Passionista, assumendo il nome
di 'Gabriele dell'Addolorata', che rifletteva la sua devozione -
radicata in lui fin dall'infanzia, tra l'altro, da una statuetta della Pietà che la madre conservava in casa - per la Madonna Addolorata.
Al termine del noviziato pronunciò il voto tipico dei Passionisti:
quello di diffondere la devozione al Cristo Crocifisso, in seguito emise
anche quello di diffondere la devozione alla Vergine Addolorata. I suoi
scritti (epistolario e pagine di spiritualità) riflettono questa sua
stretta
relazione con il Signore e la Vergine Maria. In particolare, nelle Risoluzioni
descrive in dettaglio la via che seguì per raggiungere tale unità con
la Passione di Cristo e i dolori di Maria, conseguendo così la
perfezione secondo la regola passionista.Trascorse sei anni nella
congregazione passionista (1856-1862). Verso gli ultimi due anni, quando
era già di comunità a Isola del Gran Sasso, venne colpito dalla tubercolosi
ossea, ma si sforzò sempre di seguire in tutto la vita regolare
comunitaria compatibilmente con la sua situazione di malattia. Fino a
due mesi precedenti la morte poté seguire le celebrazioni liturgiche.
Mantenne fino alla fine la sua abituale serenità di animo, al punto che
gli altri confratelli erano desiderosi di passare del tempo al suo
capezzale, oltre i normali doveri di assistenza. Gabriele si rassegnò
totalmente alla sua morte imminente. Prima che potesse venire ordinato
sacerdote, per motivi di salute e per i torbidi politici (l'Abruzzo era
da poco passato dal regno della Due Sicilie al Regno d'Italia), Gabriele
morì, all'età di soli 24 anni, nel ritiro passionista di Isola del Gran Sasso (TE).
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