Si rinnova ogni anno, il primo giovedì di maggio, la pittoresca
processione dei "serpari", conosciuta anche come la più pagana fra i
riti cristiani.
Il primo di maggio a Cocullo, nell’aquilano, si festeggia San Domenico
e, come per altre usanze in cui il rito pagano si intreccia con la
devozione cristiana, così accade anche in questa occasione, in cui la
devozione per San Domenico, protettore dal morso dei serpenti, si
intreccia con il rito arcaico dei “serpari”, manipolatori dei serpenti,
nel suggestivo quanto unico Rito dei Serpari.
Per la festa
la statua del santo viene portata in processione, addobbata con
serpentelli aggrovigliati, innocui e particolarmente conosciuti sui
monti attorno al paese, tra questi Saettoni, Cervoni, biacchi e Biscie. I
cosidetti serpari raccolgono proprio nei monti attorno al paese questi
serpenti nella stagione fredda, durante il loro letargo. Prima della
processione sono questi uomini a mostrare i serpenti ai visitatori,
permettendo loro di toccarli e maneggiarli, mentre si intonano canti
popolari per le vie del paesino.
Dopo la santa messa, in
tarda mattinata, la statua del santo viene ricoperta dai serpenti e la
processione ha inizio. Il corteo si allunga per le strette vie di
Cucullo trasmettendo agli astanti immagini suggestive ed emozionanti.
Una giornata diversa che riconcilia gli animi con la natura, rasserena i
cuori con le suggestioni che offre un piccolo borgo di montagna
incontaminato, conduce alla condivisione nella devozione impastata al
folclore.
L’incontro con i serpari, la possibilità di
accarezzare un serpente e superare le paure, accalcarsi dietro la statua
del santo chiedendo soccorso per la salute, o restare semplicemente ai
margini, spettatore di fronte a un evento così particolare, suscita
inevitabilmente un fremito profondo, che vale la pena di provare.
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