Solitamente viene però sottolineato che lo strumento primario della magia è la mente dell’operatore e tutto il resto gli serve per focalizzare meglio il suo intento.
Le tecniche magiche possono essere raggruppate convenzionalmente in cinque categorie:
- La cosiddetta magia simpatica o d’incanalamento, in cui l’effetto magico è perseguito tramite l’utilizzo di immagini od oggetti che possono essere usati, ad esempio come rappresentazione simbolica della persona cui si vuole fare del bene o si vuole nuocere, oppure per rappresentare lo scopo che ci si prefigge (ad esempio con l’uso di amuleti e talismani).
- La magia da contatto è caratterizzata dalla preparazione di pozioni e filtri magici, sacchettini da indossare, talismani o amuleti da portare con sé, creati utilizzando oggetti ed ingredienti più o meno naturali.
- La terza forma di pratica è la magia dell’incantesimo, che agisce tramite parole (un esempio tipico è abracadabra) o formule magiche.
- La quarta categoria è quella della divinazione, utilizzata per ricevere informazioni attraverso varie arti mantiche (come l’astrologia, la cartomanzia, la chiromanzia) oppure attraverso dei talenti propri dell’operatore (come ad esempio attraverso i presagi, o nella preveggenza e nella medianicità).
- La quinta categoria è quella della similitudine: il simile produce il simile, un esempio può essere quello rappresentato da alcuni popoli primitivi, i quali, prima di andare a cacciare, imitano i movimenti, i versi ed i comportamenti in genere dell’animale che desiderano catturare.
Fonte: http://www.labirintomagico.it/
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