I numeri sono la sostanza di tutte le cose.
Appaiono infatti,
ricorrenti nei secoli, rapporti numerici nelle strutture
architettoniche, pittoriche, scultoree, nei mosaici, nelle vetrate e
nelle figure decorative. Sembra quasi che tutti gli artisti abbiano
svolto un lavoro collegiale, vale a dire abbiano avuto scambi verbali e
di studio fra di loro. Essendo però ciò impossibile, dobbiamo dedurre
che il punto di unione sia stato un linguaggio numerologico che li
accomunava. Solo se pensiamo in questi termini possiamo supporre che sia
esistito un Messaggio Esoterico trasmesso attraverso determinati numeri ricorrenti rispettando determinate proporzioni.
Il Reghini ha evidenziato come i liberi muratori tardo
medievali identificassero l'arte architettonica con la scienza della
Geometria e dessero alla conoscenza dei numeri tale importanza da
giustificare la pretesa di essere i soli ad avere conoscenza dei Numeri Sacri.
Poiché tutto fa riferimento alla scuola Pitagorica, mi sembra
doveroso a questo punto rinfrescare la nostra memoria sui concetti
fondamentali di questa.
La scuola Pitagorica fiorì nel VI secolo a.C. e si fondava sui seguenti punti:
• I Numeri sono la sostanza di tutte le cose;
• L' Universo è armonia;
• La credenza nell' Immortalità e nella Trasmigrazione delle anime;
• La Scuola intesa come associazione di carattere religioso;
• La validità del Simbolismo.
I discepoli ammessi a questa scuola passavano attraverso quattro gradi di studio e di perfezionamento morale:
• il Primo: gli uditori o exoterici che potevano solo ascoltare la parola del Maestro senza rivolgergli alcuna domanda;
• il Secondo: concerneva lo studio dei principi della Filosofia, della Teologia e di Altre Scienze;
• il Terzo: riguardava lo studio della perfezione che avviava alla Purificazione;
• il Quarto: detto della Epifania (apparizione). Solo a questo grado i discepoli potevano rivolgere domande al Maestro e apprendere le verità segrete.
Per cui, per i Pitagorici i numeri rappresentavano fondamentalmente il tutto e si distinguevano in Intellettuali quelli esistiti da sempre nella mente di Dio e Scientifici che derivavano dall' Unità. Sempre secondo Pitagora questi ultimi si distinguono in numeri dispari e in numeri pari e, vengono indicati come Numeri Sacri
perché intesi non nel senso comune profano ma nel senso sacro e
iniziatico tradizionale, cioè come mezzi di ragionamento, che possono
aprire la mente umana all'idea del “Divino”, dell' “Armonia Universale” e
dell' “Elevamento spirituale dell'uomo”.
Per la Scuola Platonica invece il Numero era considerato come generatore di quell'Armonia che costituisce la base del Cosmo e quindi dell'Uomo stesso.
Fonte: http://www.esonet.it/
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