Sant’ Acacio di Militene Vescovo
Acacio fu prescelto insieme ad altri sette per essere legato presso l’imperatore Teodosio II e riferirgli circa le mene degli antiocheni, che a loro volta non esitarono a respingere e rivolgere le medesime accuse allo stesso Acacio. In realtà questi mantenne sempre una chiara opposizione alle teorie nestoriane e, per aver partecipato alla consacrazione del successore di Nestorio alla sede costantinopolitana, Giovanni di Antiochia lo fece deporre da Melitene. Quest’ultimo si riconciliò infine con Cirillo d’Alessandria, ma Acacio mantenette una posizione di aperta intransigenza.
Verso il 435, l’ex-vescovo di Melitene continuava a lamentare la velenosa sopravvivenza dell’eresia nestoriana, ufficialmente tramontata e decise di combattere Teodoro di Mopsuestia, appoggiato da Rabbula di Edessa, inviando lettere ai vescovi d’Armenia circa la condotta da tenere. Pare che comunque il santo non partecipò alle controversie monofisite. Secondo Filartete, vescovo di Cernicov, Acacio sarebbe morto nel 435, ma probabilmente anche più tardi, ma in ogni caso prima del 449, quando salì sulla cattedra episcopale di Melitene il suo successore Costantino. Nel 449 al concilio di Melitene Sant’Acacio fu commemorato quale “nostro padre e nostro dottore”.
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