Una affermazione della numerologia avanzata da alcuni praticanti conclude che, dopo osservazioni empiriche e investigazioni, attraverso lo studio dei numeri l'uomo potrà scoprire aspetti segreti di sé stesso e dell'universo.

lunedì 15 aprile 2013

Santo del giorno 15 aprile


Beato Cesare De Bus Sacerdote

Nacque a Cavaillon, nei pressi di Avignone, il 3 febbraio 1544. Era il settimo di tredici figli. Passò la gioventù tra gli ufficiali di Carlo III e la corte reale, lontano dalla pratica religiosa. La conversione avvenne nel 1575 anche grazie alla preghiera e alla penitenza di due umili persone: Antonietta Revillande e Luigi Guyot. Decisivo nel suo cambiamento il ruolo dei suoi direttori spirituali, prima il gesuita padre Piquet poi il vescovo diocesano che lo incaricò di predicare alla gente più umile e bisognosa. Nel 1582, trentottenne fu ordinato sacerdote assumendo il ruolo di canonico della cattedrale di Avignone. Nel 1592 intorno a lui si venne a formare una famiglia di sacerdoti e successivamente di suore. Era l’avvio della Congregazione maschile e femminile dei Dottrinari cui si dedicò anima e corpo. Gli ultimi anni della sua vita furono contrassegnati da gravi malattie tra cui la cecità. Morì ad Avignone il 15 aprile 1607, domenica di Pasqua. È stato beatificato da Palo VI il 27 aprile 1975. (Avvenire)
Etimologia: Cesare = nome di famiglia romana, assurto a dignità imperiale; grande, dall'etru
Martirologio Romano: Ad Avignone nella Provenza, in Francia, beato Cesare de Bus, sacerdote, che, convertitosi dalla vita mondana, si dedicò alla predicazione e alla catechesi e fondò la Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana, a cui diede la finalità di rendere gloria a Dio attraverso la formazione dei fedeli.


Il Beato Cesare nasce il 3 febbraio 1544 a Cavallion, un paesino della Provenza, da una famiglia emigrata in Francia dall’Italia. Aveva passato la gioventù tra gli ufficiali dell’esercito di Carlo III, poi alla corte reale, e l’ambiente distolse l’animo del giovane ufficiale da ogni pratica religiosa e da ogni sentimento evangelico. La conversione avvenne nel 1575, dopo un travagliato cammino, segnato anche dalla preghiera e dalle penitenze di due umili persone: Antonietta Revillande e Luigi Guyot. La ricerca di un direttore spirituale, dapprima il gesuita Padre Piquet e poi il Vescovo di Cavillon, ravvivano in lui la fede imparata da sua madre e lo portarono, dopo quattro anni, al sacerdozio. L’incarico ricevuto dal Vescovo fu la predicazione alla gente più povera economicamente e culturalmente. Dai tuguri alle cattedrali per predicare alla gente e restaurare la fede e i costumi. Nel 1592 si viene a formare intorno a lui: padre, legislatore e moderatore, una famiglia di apostoli e successivamente di Suore; nasce la Congregazione maschile e femminile dei Dottrinari. Celebri i suoi testi catechistici a commento del catechismo del Concilio di Trento che sarà poi pubblicato col nome di Catechismo di S. Pio V e nel quale il De Bus tratta gli argomenti teologici primari visti sotto l’angolazione più efficace a secondo dell’età e della posizione dei discenti: la maggiore età, la media e la piccola. Dopo dieci anni di ministero sacerdotale viene colpito da totale cecità. Morì ad Avignone il 15 aprile 1607; la sua causa di beatificazione fu aperta dopo quattro anni dalla morte.
La sua memoria liturgica è il 15 aprile.

Così è descritto il Beato dal Papa nel messaggio alla gente convenuta nella piazza della Basilica Vaticana per la recita del Regina Coeli:
"Festa oggi per la Chiesa. Abbiamo proprio ora proclamato la beatificazione, come sapete, di Cesare De Bus, d’un uomo di mondo, d’un uomo d’armi, d’un uomo di lettere, che, “nel mezzo del cammin di nostra vita”, si fa prete e si dà tutto, con alcuni compagni, chiamati poi i Dottrinari, all’insegnamento del catechismo ai fanciulli e al popolo... ".

Un elemento che colpisce nella vita di questo Beato e che lo colloca perfettamente nel tema dell’Anno Santo, è il cammino di conversione e di penitenza che rigenerò la sua vita. Anche Egli, come la Milleret, è un uomo che ha saputo trasmettere con un suo metodo quei valori di fede in un’epoca non facile, il dopo-concilio tridentino, ma è anche un uomo impegnato nel sociale e nell’educazione.
Ricordiamo del Beato la sua attività apostolica "tra le famiglie di campagna in casolari abbandonati, dove la miseria era regina, infermiere volontario negli ospedali che a quell’epoca sono in uno stato pietoso, ammorbati dal lezzo persistente dei malati, raccoglieva ogni sera i contadini per pregare in una cappella rustica fuori delle porte della città, a Santa Maria della Pietà".  


Fonte: Santi e Beati.it 
 

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